In un momento in cui la connessione mobile, 3G e 4G, si sta sempre più sviluppando il WiFi in città non si può limitare solo ed unicamente alla connessione, ma deve essere in grado di veicolare contenuti e informazioni, che possano avere un valore civico da pubblica amministrazione. Ed è proprio questo l’aspetto su cui vuole puntare il progetto FirenzeWiFi, in modo tale da riuscire a far vivere meglio la città, aumentando la qualità della vita e diventando quindi un servizio effettivo.
‘Siamo voluti uscire dalla logica di concorrenza, per noi del tutto perdente – ha dichiarato Giovanni Menduni, coordinatore Area Programmazione, Sostenibilità e innovazione del comune di Firenze -, che avevamo visto nelle esperienze di altre città, su chi avesse più o meno hotspot installati: proprio per questo, abbiamo cercato di creare una federazione con le realtà che ci circondano, condividendo non soltanto gli hotspot, ma anche le credenziali di accesso, per dare un servizio che fosse il più possibile unitario sulla città pensando anche di coinvolgere i privati’. Ad oggi, la rete WiFi prevede la federazione tra alcune realtà pubbliche, Comune e Provincia di Firenze, Università degli studi e Firenze parcheggi, con l’aggiunta di tutta una serie di altri soggetti in via di definizione, per un complesso di circa 500 hotspot che coprono 130 diverse aree diffuse in tutta la città. Quello a cui si punta per il futuro è riuscire a estendere la federazione anche ai privati e per fare questo è necessario che la struttura sia solida e in grado di gestire e reggere il grande flusso di connessioni, governando i dati nei migliori dei modi.
‘Il rischio è quello di avere più infrastrutture rispetto ai contenuti – ha commentato Menduni -. Il nostro obiettivo è di arrivare a un punto in cui, se un turista arriva in un determinato posto dove c’è un elemento di interesse culturale, possa conoscerne la storia e le motivazioni collegandosi al Wi-Fi. In una città ricca di storia e cultura come Firenze, la mole di contenuti è pressoché ingestibile da soggetto solo, e stiamo dunque lavorando per avere un sistemacrowdsourcing, che preveda il coinvolgimento della popolazione e dei visitatori per una fornitura wiki dei contenuti da mettere su questa piattaforma, trasformando i nostri giornalisti da semplici produttori, a produttori e amministratori. Questa è una sfida molto importante, che dobbiamo affrontare in questo momento: pensiamo di arrivare a una svolta tra primavera ed estate, non appena il sistema entrerà nella sua fase non prototipale’.