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    Tecnologie AI open source incrementano il ROI aziendale

    By Redazione LineaEDP28/01/20256 Mins Read
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    Cresce l’adozione delle tecnologie di AI open source e il 47% dei decision maker IT ha raggiunto un ROI positivo nel 2024. Previsti ulteriori investimenti nel 2025

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    Cresce e si conferma l’interesse nei confronti dell’Intelligenza Artificiale nel settore IT. Sempre più decision maker, nel mondo, decidono di adottare tecnologie AI open source per efficientare i processi e incrementare i ricavi. Questa tendenza viene confermata da una ricerca commissionata da IBM che rivela quanto segue: le aziende stanno portando avanti investimenti a lungo termine nell’AI, con un crescente interesse proprio nell’utilizzo di strumenti open-source per incrementare il ROI e favorire l’innovazione.

    Più tecnologie AI open source portano a un maggiore incremento finanziario

    Lo studio, condotto da Morning Consult e sviluppato in collaborazione con Lopez Research, ha coinvolto oltre 2.400 decision maker IT (ITDM) ed evidenzia che l’85% degli intervistati ha segnalato progressi nell’esecuzione della propria strategia AI nel 2024. Di questi, quasi la metà (47%) ha già registrato un ROI positivo a seguito dei propri investimenti in AI. I dati confermano che l’utilizzo di tecnologie AI open source può essere correlato a una maggiore redditività finanziaria: il 51% delle aziende intervistate che attualmente utilizzano strumenti AI open source registra un ROI positivo, rispetto al solo 41% di quelle che non utilizzano l’open source.

    Quasi i due terzi (62%) di tutti gli intervistati indicano che aumenteranno i loro investimenti in AI nel 2025, mentre il 48% prevede di ricorrere all’ecosistema open source per ottimizzare le proprie implementazioni. Per le aziende intervistate che attualmente non utilizzano l’open source, 2 su 5 affermano di volerlo usare nel 2025.

    Alcuni ulteriori risultati emersi dallo studio

    Le imprese aumentano gli investimenti in AI, ma con un maggiore focus strategico

    • L’89% delle organizzazioni intervistate prevede di aumentare o mantenere i propri investimenti in AI nel 2025.
      • Del 62% che programma l’aumento dei propri investimenti, quasi i due quinti (39%) prevedono di aumentare la propria spesa del 25-50%.
      • Solo il 5% degli intervistati considera di poter ridurre la spesa per l’AI, nessuno comunque di più del 50%.
    • Le aziende stanno concentrando i loro investimenti in AI su aree specifiche, in particolare le operazioni IT (l’area di maggior interesse per il 63% degli intervistati), nonché la gestione della qualità dei dati (46%) e l’innovazione di prodotti/servizi (41%).
    • Quando interpellati sui cambiamenti strategici da apportare nel 2025, i dirigenti IT intervistati hanno identificato l’utilizzo di servizi cloud gestiti (51%), l’assunzione di talenti specializzati (48%) e l’utilizzo di tecnologie AI open source (48%) tra le modalità più comuni per ottimizzare i loro investimenti in AI.

    L’adozione di tecnologie AI open source sta diventando cruciale per le strategie di AI delle aziende

    • 6 intervistati su 10 riportano di utilizzare ecosistemi open source per attingere agli strumenti di AI, e si prevede che nel prossimo anno le soluzioni di AI saranno sempre più aperte (41% nel 2025 rispetto al 37% nel 2024).
    • Oltre l’80% degli intervistati riferisce che almeno un quarto delle soluzioni o piattaforme AI della propria azienda si basa su open source.
    • Le aziende che utilizzano ecosistemi open source hanno maggiori probabilità di ottenere un ROI positivo rispetto a quelle che non lo fanno (51% contro 41%).
    • Inoltre, gli intervistati che ricorrono all’ecosistema open source prevedono di avviare più progetti pilota di AI nel 2025 rispetto a quelli che non lo fanno: il 38% afferma di voler introdurre oltre 21 progetti pilota AI, rispetto al 26% delle aziende che non utilizzano l’open source.

    Le organizzazioni riferiscono di aver fatto progressi nei loro progetti di AI, ma spesso attraverso metriche ROI meno tradizionali

    • L’85% degli intervistati riferisce di aver fatto progressi nell’applicazione della propria strategia di AI, mentre solo il 9% riferisce di non averne fatti.
    • Il 58% afferma che la propria azienda di solito passa da un progetto pilota di AI alla piena produzione in meno di un anno.
    • Il 31% afferma che i propri investimenti in AI sono promossi più dalla volontà di innovare, rispetto al 28% che afferma siano guidati dal ROI; il 41% indica che la propria organizzazione è spinta nella stessa misura da innovazione e ROI.
    • Sviluppo software più rapido (25%), innovazione più rapida (23%) e risparmio di tempo sulla produttività (22%) sono state classificate come le tre metriche più importanti utilizzate dagli intervistati per calcolare il ROI degli investimenti in AI. I risparmi finanziari occupano il quarto posto con il 15%.
    • Quasi la metà (47%) delle aziende intervistate afferma di ottenere un ROI positivo dai propri progetti di AI; il 33% afferma di raggiungere il pareggio e solo il 14% afferma di registrare un ROI negativo.
      • Tra le aziende che non hanno ancora raggiunto un ROI positivo, meno della metà (44%) prevede di iniziare a registrare risparmi tangibili entro i prossimi 1-2 anni; il 92% ritiene di poter ottenere un ROI positivo entro 3 anni.

    Dichiarazioni

    “Le organizzazioni iniziano a utilizzare l’AI su larga scala, ma molte stanno dando maggiore importanza a metriche di successo come l’aumento della produttività, in parte perché i tradizionali vantaggi in termini di ROI finanziario diretto non si sono ancora manifestati sui bilanci”, ha dichiarato Maribel Lopez di Lopez Research. “Tuttavia, le imprese proseguono rapidamente con le loro strategie di AI, senza segni di rallentamento in quanto  riconoscono il valore determinato dal definire casi d’uso specifici e dall’ottimizzare i progetti di  AI attraverso cloud ibrido e open source. Tutto questo favorisce l’innovazione in ambito AI e influisce sui rendimenti finanziari”.

    “È ormai condiviso che la GenAI porterà nei prossimi anni un incremento di produttività in ogni settore. Ma se non alimentata dai dati aziendali su una solida piattaforma aperta, sicura, basata su cloud ibrido, l’intelligenza artificiale non può fare molto”, ha dichiarato Alessandro La Volpe, amministratore delegato di IBM Italia. “È inoltre fondamentale selezionare e ottimizzare i modelli di AI, in modo che siano specifici per l’utilizzo e che consumino solo le risorse strettamente necessarie. Questo recente studio conferma che l’adozione di tecnologie di AI open source porta a una maggiore redditività finanziaria. IBM ha da tempo abbracciato una strategia open, dall’acquisizione di Red Hat allo sviluppo del portfolio watsonx e della famiglia di modelli Granite, perché l’apertura migliora l’innovazione, la rende disponibile a tutti e ne facilita l’adozione. Oggi il proposito di IBM è anche quello di promuovere e sostenere lo sviluppo condiviso e collaborativo tra tutti gli attori che operano nel mondo dell’intelligenza artificiale perché questo permetterà di trasformare il potenziale delle tecnologie emergenti in ritorni per le imprese e per l’intera società”.

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