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    Gli studi commerciali non sono ancora a prova di futuro

    By Redazione LineaEDP11/02/20223 Mins Read
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    Lo dicono i risultati di una ricerca svolta da TeamSystem Communication con l’Università Politecnica delle Marche

    Esistono, nel nostro Paese, quattro tipi di studi commerciali con un diverso rapporto con la tecnologia.
    Lo dicono i risultati di un’indagine realizzata da TeamSystem Communication in collaborazione con la Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” dell’Università Politecnica delle Marche intervistando 199 responsabili di studi commerciali in tutta Italia, diversificati per area geografica e tipologia.

    Volta a comprendere quanto la tecnologia abbia realmente penetrato il settore degli studi commerciali italiani, l’indagine intitolata “Studio commerciale a prova di futuro” ha evidenziato come le nuove tecnologie siano a oggi sfruttate solo da 15% degli studi, mentre il restante 85% non stia ancora sfruttando gli innumerevoli vantaggi offerti dalla digitalizzazione.

    Nello specifico, tornando ai quattro tipi di studi commerciali citati in apertura, il gruppo più consistente, costituito dal 41% degli intervistati può essere definito “Tired Tigers” e comprende realtà medio-piccole, collocate soprattutto nel Sud del Paese, che utilizzano ancora molto il centralino tradizionale, dispongono di PC fisso e solo in pochi casi di laptop.

    Il 27% del campione è poi composto da studi, che svolgono attività lavorative anche complesse ma, a fronte di una scarsa dotazione tecnologica, si caratterizzano per la propensione a muoversi per far visita al cliente, i cosiddetti “Cranes”.

    Dalla ricerca emerge poi che il 17% è invece costituito da studi con portafoglio clienti variegato e che utilizza sia PC desktop che laptop e spesso anche smartphone o tablet, che vengono denominati “Frogs”, mentre il restante 15%, che include studi soprattutto nel Nord dello Stivale, rientra all’interno di un cluster definito “Bees”, perché è ben organizzato, utilizza tecnologie all’avanguardia e in grado di gestire portafogli clienti di grandi dimensioni.

    La tecnologia da sola non basta agli studi commerciali 

    Dalla ricerca si evince poi che l’innovazione per gli studi passa attraverso non solo l’adozione o l’uso della tecnologia, ma solo con il pieno «sfruttamento» della stessa. Infatti, è soltanto la cosiddetta “technology infusion” a consentire lo spostamento di risorse umane, spaziali, economiche verso le attività più a valore, dal momento che la digitalizzazione delle procedure e dei processi di lavoro permette di avere a disposizione più tempo, un knowledge sharing interno e con la clientela e molti dati da poter rielaborare per analisi complesse.

    Come sottolineato in una nota ufficiale Zeffirino Perini, CEO di TeamSystem Communication: «Nonostante la pandemia abbia dato un indiscutibile impulso alla digitalizzazione, dai risultati della nostra ricerca, svolta in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, è emerso che, per la maggior parte degli studi commerciali italiani, la completa digitalizzazione dei processi e delle procedure è ancora oggi un obiettivo in divenire, un traguardo che si può dire raggiunto solo nel 15% dei casi e prevalentemente nel Nord”, ha dichiarato, che ha poi proseguito: “Alla luce da quanto risultato dalla nostra indagine possiamo concludere che, grazie all’adozione e allo sfruttamento di tecnologie all’avanguardia, le opportunità di crescita che la maggioranza degli studi commerciali hanno davanti sono davvero notevoli e ci auguriamo che, complici anche i cambiamenti nello stile di vita e dei modi di lavorare imposti dalla pandemia, non tarderanno a coglierle».

     

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