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    Sicurezza delle applicazioni: gli approcci tradizionali vacillano

    By Redazione LineaEDP11/06/20214 Mins Read
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    Per Dynatrace, architetture cloud-native, DevOps e metodologie agili infrangono gli approcci tradizionali alla sicurezza delle applicazioni

    SonicWall_sicurezza

    Le architetture cloud-native infrangono gli approcci tradizionali alla sicurezza delle applicazioni. Lo ha rilevato Dynatrace, che ha annunciato i risultati di un sondaggio globale indipendente commissionato a Coleman Parkes e condotto su 700 Chief Information Security Officer (CISO), secondo cui la crescente adozione di architetture cloud-native, DevOps e metodologie agili abbia infranto gli approcci tradizionali alla sicurezza delle applicazioni.

    Man mano che le organizzazioni danno più responsabilità agli sviluppatori per accelerare l’innovazione, ecosistemi IT sempre più complessi e strumenti di sicurezza obsoleti possono rallentare i rilasci, lasciando punti ciechi e costringendo i team a valutare manualmente innumerevoli avvisi, molti dei quali sono falsi positivi che riflettono vulnerabilità in librerie che non sono utilizzate in produzione.

    Le organizzazioni richiedono un nuovo approccio ottimizzato per ambienti multicloud, Kubernetes e DevSecOps.

    Il report gratuito, “Precise, automatic risk and impact assessment is key for DevSecOps” rivela che:

    • L’89% dei CISO afferma che microservizi, container e Kubernetes hanno creato punti ciechi nella sicurezza delle applicazioni.
    • Il 97% delle organizzazioni non ha visibilità in tempo reale sulle vulnerabilità di runtime negli ambienti di produzione containerizzati.
    • Quasi i due terzi (63%) dei CISO affermano che DevOps e lo sviluppo Agile hanno reso più difficile rilevare e gestire le vulnerabilità del software.
    • Il 74% dei CISO afferma che i controlli di sicurezza tradizionali come gli scanner di vulnerabilità non si adattano più al mondo cloud-native di oggi.
    • Il 71% dei CISO ammette di non essere completamente sicuro che il codice sia privo di vulnerabilità prima di entrare in produzione.

    Come sottolineato in una nota ufficiale da Bernd Greifeneder, Founder e Chief Technology Officer di Dynatrace: «Il maggiore utilizzo di architetture cloud-native ha sostanzialmente interrotto gli approcci tradizionali alla sicurezza delle applicazioni. Questa ricerca conferma quello che avevamo anticipato da tempo: le scansioni manuali delle vulnerabilità e di valutazioni d’impatto non sono più in grado di tenere il passo con il ritmo del cambiamento negli ambienti cloud dinamici di oggi e nei rapidi cicli di innovazione. La valutazione del rischio è diventata quasi impossibile a causa del numero crescente di dipendenze interne ed esterne dei servizi, delle dinamiche di runtime, della delivery continua e dello sviluppo di software poliglotti che utilizza un numero sempre crescente di tecnologie di terze parti. I team già al limite sono costretti a scegliere tra velocità e sicurezza, esponendo le loro organizzazioni a rischi inutili».

    Inoltre, sempre secondo i risultati del rapporto, che si basa su un’indagine globale su 700 CISO in grandi imprese con oltre 1.000 dipendenti:

    • In media, le organizzazioni devono reagire a 2.169 nuovi avvisi di potenziali vulnerabilità della sicurezza delle applicazioni ogni mese.
    • Il 77% dei CISO afferma che la maggior parte degli avvisi e delle vulnerabilità di sicurezza sono falsi positivi che non richiedono interventi in quanto non sono vere esposizioni.
    • Il 68% dei CISO afferma che il volume degli avvisi rende molto difficile prioritizzare le vulnerabilità in base al rischio e all’impatto.
    • Il 64% dei CISO afferma che gli sviluppatori non hanno sempre il tempo di risolvere le vulnerabilità prima che il codice entri in produzione.
    • Il 77% dei CISO afferma che l’unico modo per la sicurezza di stare al passo con i moderni ambienti applicativi cloud-native è sostituire l’implementazione, la configurazione e la gestione manuali con approcci automatizzati.
    • Il 28% dei CISO afferma che a volte i team delle applicazioni ignorano le scansioni delle vulnerabilità per accelerare la distribuzione del software.

    Ancora secondo Greifeneder: «Man mano che le organizzazioni adottano DevSecOps, devono anche fornire ai propri team soluzioni che offrano analisi di rischio e impatto automatiche, continue e in tempo reale per ogni vulnerabilità, in ambienti sia di pre-produzione che di produzione, e non basate su ‘istantanee’ di un singolo momento. Con l’Application Security Module inclusa nella piattaforma di software intelligence Dynatrace, le organizzazioni possono sfruttare automazione, intelligenza artificiale, scalabilità e consistenza di livello enterprise di Dynatrace ed estenderle per fornire cicli di rilascio più sicuri con la certezza che le loro applicazioni cloud-native non siano esposte».

     

     

    ambienti multicloud architetture cloud-native DevSecOps Dynatrace Kubernetes Sicurezza delle applicazioni
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