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    Data Center troppo energivori con l’IA: si aprono nuove sfide

    By Redazione LineaEDP17/12/20254 Mins Read
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    Sostenibilità digitale e data center nell’era dell’IA: la visione di Infinidat

    intelligenza-artificiale-data center
    Donato Ceccomancini, Country Manager di Infinidat Italia

    In un contesto globale in cui le imprese devono rispondere ad aspettative sempre più elevate per soddisfare i criteri ESG (Environmental, Social, Governance), la sostenibilità digitale assume un ruolo centrale. I data center e le infrastrutture IT non sono solo motori di innovazione, ma anche alcune delle principali fonti di consumo energetico e impatto ambientale. Allo stesso tempo, la loro espansione si sta rivelando cruciale per la competitività nazionale: oggi, la data economy in Italia vale circa 60 miliardi di euro e, secondo le stime, potrebbe superare i 200 miliardi entro il 2030, posizionando il Paese come la quarta economia digitale in Europa.

    Secondo il report Data Center Power Demand di Goldman Sachs, il consumo globale di energia elettrica da parte dei data center è destinato a crescere del 175% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2023. Si tratta di una proiezione ancora più elevata rispetto al +165% stimato solo un anno fa, segno di un’accelerazione trainata soprattutto dall’espansione del cloud e dell’intelligenza artificiale. Già nel 2023 i data center consumavano oltre 400 TWh a livello globale, una cifra che potrebbe superare gli 1.100 TWh entro il 2030.

    A confermare questa tendenza è anche un’analisi del Boston Consulting Group, secondo cui la domanda di energia legata all’IA nei data center crescerà di circa il 16% all’anno fino al 2028.

    Data Center sempre più affamati di energia

    Il fenomeno è evidente anche in Italia: secondo i dati Terna, le richieste di connessione di nuovi data center alla rete sono aumentate da 30 a 50 gigawatt in soli sei mesi, tra la fine del 2024 e giugno 2025. Questo incremento non è alimentato solo dai carichi computazionali legati all’intelligenza artificiale, ma anche dalla crescita complessiva dei servizi cloud, dell’Internet of Things e dei servizi digitali avanzati.

    Un’accelerazione che impone la necessità di bilanciare energia, infrastrutture e governance, per evitare il rischio di una vera e propria “bolla digitale”, in cui la crescita tecnologica si traduca in impatti ambientali non più sostenibili. Nonostante i potenziali benefici, l’espansione dei data center solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità del mix energetico nazionale e sulla capacità dei territori di gestire senza difficoltà i cambiamenti conseguenti.

    Quali strategie adottare?

    Le strategie per ridurre l’impronta energetica del digitale includono l’adozione di acceleratori specifici, l’uso di gemelli digitali (digital-twins) per ottimizzare i carichi, la distribuzione geografica dei workload e i sistemi di recupero del calore. In sintesi, le aziende devono agire su tre leve chiave: ottimizzare i consumi, ridurre gli sprechi di risorse e massimizzare l’efficienza dei sistemi digitali.

    In questo scenario, infrastrutture più compatte, modulari, ad alto rendimento e con un ciclo vita esteso diventano elementi fondamentali per una strategia di “Green IT”. Oggi, le scelte tecnologiche non sono più esclusivamente guidate dalle prestazioni, ma anche da efficienza energetica, riduzione delle emissioni e minor ingombro fisico: un prerequisito essenziale in un Paese in cui la domanda di nuove infrastrutture cresce rapidamente, ma dove è altrettanto necessario preservare l’equilibrio ambientale e territoriale.

    “La sostenibilità non è più un’opzione, ma una necessità per ogni azienda che voglia crescere in modo responsabile e duraturo. Oggi, le imprese devono affrontare una sfida complessa: coniugare l’aumento esponenziale dei volumi di dati e la richiesta di prestazioni sempre più elevate con la necessità di ridurre consumi, emissioni e impatto ambientale. In questo scenario, la tecnologia può – e deve – diventare un abilitatore concreto di sostenibilità, aiutando le organizzazioni a ottimizzare le proprie risorse e a costruire infrastrutture più efficienti. Infinidat lavora da molti anni in questa direzione, sviluppando soluzioni di storage che combinano innovazione tecnologica, affidabilità e responsabilità ambientale. Crediamo che l’evoluzione verso un’IT più sostenibile passi attraverso l’efficienza energetica, l’ottimizzazione dello spazio fisico e la capacità di estendere il ciclo di vita delle infrastrutture. È un approccio che non riguarda solo la riduzione dei costi, ma anche una visione di lungo periodo: fare di più utilizzando meno, riducendo sprechi e complessità. La nuova famiglia InfiniBox® G4 rappresenta un passo decisivo in questo percorso. Abbiamo progettato sistemi che, oltre a garantire prestazioni enterprise e una disponibilità del 100%, introducono un modello di efficienza energetica all’avanguardia. Le soluzioni G4 consentono di ridurre in modo significativo i consumi e l’ingombro dei rack nei data center, migliorando al contempo la capacità di elaborazione e di storage. Un’architettura compatta, interamente all-flash, permette alle aziende di ottimizzare i consumi, ridurre le esigenze di raffreddamento e abbattere i costi operativi, contribuendo così a diminuire le emissioni e a sostenere le strategie di Green IT. Con InfiniBox G4, vogliamo offrire alle imprese una piattaforma capace di unire prestazioni, sicurezza e sostenibilità. È un passo concreto verso data center più responsabili, dove l’innovazione non è solo sinonimo di velocità e potenza, ma anche di equilibrio, consapevolezza e rispetto per il pianeta”, spiega Donato Ceccomancini, Country Manager Infinidat Italia.

    Infinidat
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    Redazione LineaEDP
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