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    Digitalizzazione PA: come fare?

    By Redazione LineaEDP09/07/20214 Mins Read
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    Minsait prende in esame quattro assi per una storica opportunità di digitalizzazione della PA italiana

    digitalizzazione pa
    Giuseppe Catarinozzi, Minsait Italia

    L’arrivo dei fondi europei del Next Generation EU e lo sforzo di trasformazione del governo possono accelerare la transizione digitale nelle amministrazioni pubbliche. Le applicazioni mobile, i digiworkers, la gestione trasversale dei dati e l’incorporazione di competenze tecnologiche sono la chiave di questa trasformazione. La (PA) Pubblica Amministrazione italiana ha un’opportunità storica per accelerare la propria trasformazione digitale, semplificando e rendendo più efficienti le sue strutture e procedure e orientando ancora di più i servizi verso i cittadini. Una trasformazione che deve poggiare su quattro assi chiave : visione centrata sul cittadino, automazione intelligente, governance dei dati e cambiamento culturale.

    Negli ultimi anni sono stati fatti grandi progressi nella digitalizzazione delle istituzioni pubbliche del Paese. A questo si aggiunge l’arrivo dei fondi del Next Generation EU e il piano del Governo italiano per promuovere la digitalizzazione delle PA basato sui pilastri della domanda pubblica, della selezione del personale, della definizione delle competenze e dell’interazione con cittadini e imprese.

    Tutto questo ha creato un momentum ideale per avviare un percorso di trasformazione storico, che può non solo far avanzare la semplificazione e l’efficienza della PA italiana, ma addirittura trasformare gli enti pubblici in un acceleratore di ripresa e di crescita economica e sociale per tutto il Paese.
    La PA italiana ha un’opportunità storica di fare una svolta digitale, che richiede l’automazione e la reingegnerizzazione dei processi e delle procedure amministrative, rendendole ancora più orientate al cittadino e ridefinendo l’interazione tra la pubblica amministrazione e i cittadini.

    Per raggiungere questo obiettivo, non è sufficiente implementare strategie di automazione isolate; piuttosto, è fondamentale partire da una visione a 360º che coinvolga sia i cittadini che i manager pubblici e che promuova servizi omnichannel. Per questo è fondamentale proporre un modello di business che si articola in quattro assi: visione cittadino-centrica, automazione intelligente, governance dei dati e cambiamento culturale.

    In primo luogo, si tratta di intraprendere un approccio proattivo nei confronti dei cittadini, sfruttando tutte le informazioni esistenti nelle diverse amministrazioni. In quest’ottica, tecniche di analitiche avanzate e modelli basati sui dati sono la chiave per la personalizzazione dei servizi. Insieme a questo, è urgente lavorare sulla generazione di applicazioni mobile universali, dotate di assistenti virtuali per mettere a portata di un clic del cittadino qualsiasi domanda o procedura. Infatti, un aspetto importante di questo primo asse è coinvolgere i cittadini nella trasformazione delle amministrazioni, incoraggiando l’uso di piattaforme che danno potere e facilitano la partecipazione degli amministrati.

    In secondo luogo, i digiworkers, un modello ibrido di lavoratori qualificati e software robotizzato, sono al centro della trasformazione del settore pubblico attraverso l’automazione intelligente. Si tratta di una nuova forza lavoro formata e motivata che permetterà alle pubbliche amministrazioni di ridurre i tempi di risoluzione dei processi, migliorare l’efficienza, la governance e il controllo dei servizi pubblici, e liberare risorse umane per compiti più preziosi e strategici.

    La governance trasversale dei dati è il terzo vettore di trasformazione. Con questo obiettivo in mente, abbiamo concepito iniziative come il Citizen Data Hub, una strategia end-to-end che unisce la governance, la gestione del cambiamento e una piattaforma nazionale di dati per massimizzare il valore delle informazioni, il loro sfruttamento e la loro disponibilità per l’intera organizzazione.

    Si tratta di generare ambiti di conoscenza su una persona, come gli studi o lo stato occupazionale, che vengono pubblicati e resi disponibili per tutta l’organizzazione, in modo che quelli che prima erano dati sigillati ora diventano beni preziosi e strategici per l’amministrazione. Questa interoperabilità rende possibile l’applicazione del principio “once-only”: se i cittadini e le imprese hanno già fornito le loro informazioni a un’amministrazione, non devono presentarle di nuovo, il che semplifica e migliora la relazione tra il settore pubblico e i cittadini.

    Infine, il cambiamento culturale implica una trasformazione globale nei modelli di gestione dei talenti per adattare le competenze dei professionisti pubblici ai nuovi strumenti e tecnologie.

    Per raggiungere questo obiettivo, è necessario investire in competenze tecnologiche che completino l’automazione, promuovere modelli di lavoro agili e la collaborazione interamministrativa, e introdurre competenze associate all’innovazione o alla capacità di risolvere i problemi.

    di Giuseppe Catarinozzi, responsabile della Pubblica Amministrazione & Sanità di Minsait in Italia

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