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    Nexthink Flow: i 5 casi d’uso più interessanti

    By Laura Del Rosario30/01/2024Updated:26/03/20247 Mins Read
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    Alamo Pizzini, Senior Solution Lead Italia di Nexthink, descrive 5 esempi di utilizzo dei workflow disponibili nella Library di Nexthink Flow che aiutano i team IT a risparmiare tempo e denaro

    Nexthink Flow
    Alamo Pizzini, Senior Solution Lead Italia di Nexthink

    L’automazione e l’orchestrazione offrono grandissime opportunità in termini di efficienza aziendale, di ottimizzazione dei tempi e riduzione costi. Con Nexthink Flow, i team dell’End User Computing (EUC) hanno la possibilità di eseguire automazioni complete end-to-end che eliminano attività manuali ripetitive e aumentano la produttività dei dipendenti.

    A volte però, può essere difficile sapere da dove cominciare quando ci sono molteplici opportunità a disposizione. Flow è un potente motore di orchestrazione, molto flessibile e progettato per adattarsi alle diverse esigenze aziendali. I clienti possono iniziare rapidamente e concretamente con alcuni workflow predefiniti nella Nexthink Library, disponibili gratuitamente per i clienti.

    Di seguito vengono descritti 5 esempi di utilizzo dei workflow disponibili nella Library che possono aiutare aziende e team IT a risparmiare tempo e denaro.

    1. Risolvere i problemi dei dispositivi con MECM (SCCM) Agent Health Workflow

    MECM – Microsoft Endpoint Configuration Manager (ex SCCM), fa funzionare tutto senza intoppi, ma cosa succede quando il client MECM non è nello stato previsto? È necessario poter verificare che il client MECM sia installato su tutti i dispositivi e garantire stabilità e connettività dell’agent, consapevoli del fatto che in caso di problemi la loro risoluzione può richiedere molto tempo.

    Per eliminare la gestione manuale dei problemi MECM Nexthink Flow fornisce un workflow end-to-end che monitora in tempo reale la presenza, la conformità e la stabilità del client MECM nell’intero ambiente. In caso di problemi, Nexthink Flow identifica la causa principale dei malfunzionamenti dei client e applica le misure correttive. Un ticket viene aperto solamente quando tutti i controlli per le cause comuni sono già stati eseguiti.

    Flow non solo automatizza queste attività, ma permette di programmare l’intero processo, compresi i tempi di attesa e le logiche decisionali, utilizzando un editor intuitivo e low code, così che il team IT dovrà intervenire solo sulle eccezioni dato che tutte le possibili soluzioni più comuni sono già state utilizzate.

    2. Ridurre i costi delle licenze con Automate License Reclamation Workflow

    Il recupero delle licenze può portare a una riduzione dei costi rapida e semplice. Ma scoprire quali sono gli utenti che non utilizzano il software e fare le opportune verifiche può richiedere molto tempo ai team IT. Con Nexthink Flow, è possibile automatizzare l’intero processo dall’inizio alla fine: dall’identificazione degli utenti che non hanno utilizzato un software in un determinato lasso di tempo alla disinstallazione del software e rimozione dell’utente dal gruppo Azure Active Directory. Questo workflow può potenzialmente far risparmiare centinaia di migliaia di euro senza alcun dispendio di tempo per l’azienda e per il team.

    Flow consente di utilizzare le API Thinklets per verificare se una licenza è assegnata al dispositivo e, alla fine del workflow, rimuovere gli utenti dal gruppo e disinstallare l’applicazione. Consente anche di attivare dei Campaign Thinklets per inviare automaticamente una comunicazione agli utenti selezionati per avere la conferma che non hanno più bisogno dell’applicazione. Una volta configurato, Flow può identificare automaticamente i dispositivi con il software in questione il cui utilizzo è inferiore ad una soglia prestabilita, comunicare con gli utenti per confermare che non ne hanno più bisogno e rimuovere il software dal dispositivo e l’utente dal gruppo in Azure AD. Per fini documentativi è anche possibile configurare Flow per inserire ticket in stato “risolto” nel tool di service management.

    3. Garantire stabilità con OneDrive Continuity Workflow

    OneDrive è fondamentale per la produttività dei dipendenti, ma i frequenti problemi di stabilità e di connettività di rete compromettono l’affidabilità generale del servizio. Questi inconvenienti possono portare alla perdita di dati, a blocchi della produttività e a continue interruzioni. Spesso i dipendenti che riscontrano difficoltà con OneDrive non riescono ad accedere a file e cartelle, non riuscendo a svolgere il proprio lavoro e, quindi, aprono ticket urgenti al service desk.

    Questo workflow ha lo scopo di risolvere i problemi ricorrenti di OneDrive, come i client OneDrive che non riescono a sincronizzarsi. L’implementazione di questa orchestrazione ridurrà il tempo che il Service Desk e il team EUC devono dedicare ai ticket OneDrive, automatizzando il processo di risoluzione dei problemi ed

    eseguendo le tipiche. azioni di ripristino. Questo workflow sfrutta anche Nexthink Employee Engagement per comunicare con i dipendenti prima di ripristinare il loro OneDrive.

    Con Flow è possibile automatizzare il monitoraggio e la gestione continua di OneDrive, dal recupero dello stato, alla riparazione e al ripristino di OneDrive, automatizzando anche la comunicazione con i dipendenti.

    4. Eseguire i riavvii dei device con Windows Update Restart Workflow

    E se fosse possibile non dover inseguire gli utenti che si rifiutano di riavviare i dispositivi quando è il momento di effettuare un aggiornamento? È un’ipotesi che può diventare realtà con questo workflow predefinito. Come sa bene ogni professionista dell’EUC, quando gli utenti trascurano di aggiornare i propri dispositivi, si possono verificare potenziali problemi di conformità e di performance. Sebbene Microsoft invii all’utente dei promemoria sulla necessità di riavviare, questa comunicazione spesso non è sufficiente, soprattutto per gli aggiornamenti tempestivi delle patch o per i rischi di sicurezza.

    Il workflow in oggetto attiva il processo di riavvio sui dispositivi identificati automaticamente come in attesa di reboot per un aggiornamento di Windows. Flow può essere configurato per recuperare le informazioni di Windows Boot e, se un dispositivo necessita di riavvio, inviare una notifica tramite popup per chiedere agli utenti di riavviare con la possibilità di rimandare per 24 ore fino a tre volte. Se poi il dispositivo non viene riavviato, Flow può forzare la procedura e verificare che l’aggiornamento sia avvenuto, eliminando questa incombenza dall’elenco delle attività a cura del team interno.

    5. Supporto degli endpoint con Intune Agent Continuity Workflow

    Microsoft Intune è una soluzione di endpoint management basata sul cloud, che si occupa in particolare di gestire l’accesso e la distribuzione software dei dispositivi in azienda. Questo software di vitale importanza consente agli endpoint di funzionare senza interruzioni, di essere conformi e di rimanere nello stato desiderato.

    Tuttavia, quando si verificano dei problemi con l’agent Intune, questi possono avere un effetto a catena, creando criticità molto difficili da risolvere. Se l’agent Intune non è conforme o se c’è un problema tra il client e Intune, può diventare impossibile distribuire le applicazioni, il che può a sua volta portare a incidenti sul software e a discostamenti dei dispositivi dallo stato desiderato, causando tutta una serie di problemi imprevisti e rischi per la sicurezza. Questi inconvenienti possono essere difficili da risolvere, con conseguenti perdite di tempo per l’azienda e per il proprio team.

    Nexthink Flow monitora proattivamente Intune Agent Continuity e rimedia ai problemi ricorrenti senza alcuna interazione umana. Flow può essere configurato per recuperare lo stato di Intune, impostare le informazioni sul servizio e riavviarlo, richiedere la sincronizzazione dei criteri Intune e recuperare la diagnostica del client.

    Consente inoltre di pianificare l’esecuzione automatica secondo la frequenza desiderata (ad esempio, una volta alla settimana, il martedì). Un ticket verrà aperto solo se il flusso di orchestrazione end-to-end non è in grado di risolvere il problema.

    In conclusione, Nexthink Flow può essere implementato per automatizzare molte delle attività ripetitive e complesse gestite dal team EUC interno. Questi casi di utilizzo mostrano solo alcune delle potenzialità offerte da Flow, tipicamente il tempo medio risparmiato per ogni workflow è pari a 3.796 ore all’anno su 100.000 dispositivi.

    A cura di Alamo Pizzini, Senior Solution Lead Italia di Nexthink

    Nexthink Nexthink Flow
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    Laura Del Rosario

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