SAP Italia e SDA Bocconi School of Management hanno presentato i risultati di una ricerca qualitativa svolta su un campione di aziende italiane rispetto all’introduzione dell’intelligenza artificiale nei processi delle imprese italiane di medio-grandi dimensioni. Lo studio evidenzia come l’adozione dell’AI nei processi aziendali non sia fatta da aziende che costruiscono in casa sofisticati modelli proprietari, con team di data scientist dedicati: al contrario, la via più percorribile, secondo lo studio, è affidarsi al sistema dell’offerta tecnologica.
Sono i fornitori di software e le piattaforme digitali a rendere possibile l’adozione dell’AI, fungendo da mediatori in un mercato che evolve con estrema rapidità. Una competenza aziendale fondamentale è saper navigare il sistema dell’offerta tecnologica e trovare soluzioni capaci di integrare moduli intelligenti dentro strumenti già in uso.
Il punto di partenza della ricerca è la tensione che caratterizza l’attuale fase dell’AI: fortissimo interesse e pressione competitiva da un lato, poca chiarezza, ambiguità tecnologica e necessità di massa critica rilevante per poter approcciare il tema dall’altro. Molte imprese hanno dati non completamente solidi e sistemi ancora frammentati, ma sentono l’urgenza di “esserci” nel mondo dell’intelligenza artificiale.
“In un momento di grande trasformazione, spesso accompagnata da incertezza e volatilità, riteniamo sia essenziale offrire al mercato strumenti di analisi affidabili e chiari. L’AI sta rivoluzionando la vita e il business delle imprese e l’Italia è in una fase di trasformazione digitale, ma il livello di maturità su questa tecnologia è ancora molto eterogeneo: le aziende sono bombardate da messaggi sull’AI, e spesso manca una guida concreta e basata su dati. Serve un quadro di riferimento per capire dove siamo e dove possiamo arrivare con l’intelligenza artificiale in Italia”, ha dichiarato Carla Masperi, Amministratore Delegato di SAP Italia. “Abbiamo collaborato con SDA Bocconi School of Management proprio perché volevamo disporre di un’analisi innovativa, indipendente e seria che arricchisse il nostro osservatorio e che potesse anche essere un utile strumento di “contaminazione” per le aziende che vogliono sfruttare l’AI in modo responsabile per crescere e innovare. Come leader nella Business AI, sentiamo di dover giocare un ruolo importante insieme ai nostri Partner, stimolando una cultura dell’adozione consapevole, andando oltre la “moda” e i falsi miti sull’AI”.
La ricerca ha coinvolto 16 imprese italiane di medio-grandi dimensioni, attraverso case study, interviste a manager e analisi comparativa. Ne emerge un panorama variegato: l’AI viene sperimentata nella progettazione di nuovi prodotti, nella gestione della supply chain, nel marketing e nel customer service, ma anche nei processi amministrativi, nell’IT e nelle risorse umane.
I benefici ricercati sono soprattutto maggiore efficienza nei processi; riduzione dei costi e degli errori; scalabilità e produttività; migliore esperienza del cliente.
Quando si parla poi di modelli organizzativi di implementazione, lo studio ha individuato quattro archetipi di adozione:
- Infused AI, con moduli già incorporati negli ERP, dove gran parte delle responsabilità resta in capo al fornitore
- AI on demand, in cui gli strumenti esterni vengono usati senza integrazione nativa, con potenziali rischi di governance, ma con l’aspetto positivo di flessibilità nella scelta degli strumenti di mercato e possibilità di evoluzione
- Interfaced AI, basata su moduli verticali che interagiscono nativamente con i sistemi aziendali
- Hybrid architecture, in cui moduli di intelligenza artificiale si interfacciano con una architettura ibrida composta da sistemi gestionali differenziat
Questi archetipi non sono alternative equivalenti: a cambiare sono da un lato i livelli di responsabilità e presidio richiesti all’azienda che adotta le soluzioni e dall’altro il livello di customizzazione che si può ottenere. Più si va verso soluzioni complesse e personalizzate, più cresce l’onere di governance in capo all’azienda.
Osserva in proposito Severino Meregalli, Associate Professor of Practice di Information Systems e Direttore Devo Lab, SDA Bocconi: “Ogni archetipo individuato trova la propria ragion d’essere nel contesto aziendale e nel momento storico in cui si configura l’opportunità di introdurre l’AI in azienda. Per il tessuto industriale italiano, l’integrazione nativa con le soluzioni ERP costituisce tuttavia la traiettoria più coerente per un’adozione matura e consapevole.”
Uno sguardo al futuro
Per le aziende vi sono due vie. Prima, l’AI non può essere un “cerotto” per sistemare processi mal disegnati: senza dati puliti e architetture coerenti si rischia di innescare un circolo vizioso.
Seconda raccomandazione, l’adozione richiede un percorso graduale e bilanciato:
- approccio incrementale, iniziando da progetti nativamente coerenti con le priorità di business
- governance bilanciata, con l’IT a presidiare sicurezza e compliance e le funzioni di business libere di sperimentare
- investimenti in cultura e competenze, per accompagnare le persone nell’uso critico degli strumenti
Infine, il ruolo dei provider di tecnologia è tutt’altro che marginale: in un mercato in cui i player cambiano di continuo, avere un fornitore solido e capace di integrare progressivamente nuove soluzioni è ciò che può aiutare le aziende a tradurre l’hype in valore duraturo.
“L’intelligenza artificiale oggi rappresenta un’opportunità enorme, e lo studio ha riportato che 4 aziende su 5 considerano l’AI una priorità di business, ma solo se le imprese sono pronte ad affrontare la sfida che comporta. Bisogna, infatti, tenere sempre presente che l’AI non è una tecnologia autonoma. Perché i suoi vantaggi si concretizzino, l’AI dev’essere profondamente integrata nei processi aziendali. E per questo le aziende devono agire in tre direzioni: implementare un moderno software cloud, adottare una moderna gestione dei dati e uno stack coerente di tecnologie AI collegate con questi”, conclude Carla Masperi.
La ricerca è stata realizzata con il supporto di Altea UP, Avvale, Derga Consulting e Horsa Run.