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    I Chief Data Officer (CDO) protagonisti della trasformazione

    By Redazione LineaEDP25/11/20255 Mins Read
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    Il CDO Study 2025 di IBM si è basato sulle risposte fornite da 1.700 CDO in tutto il mondo – di cui 60 italiani – evidenzia un divario tra le ambizioni e la preparazione in materia di AI

    IBM-CDO Study 2025-banner

    In occasione del Web Summit, l’IBM Institute for Business Value ha presentato un nuovo studio che mette in evidenza come le strategie aziendali in materia di dati stiano evolvendo rapidamente, mentre le organizzazioni si affrettano a integrare l’intelligenza artificiale in tutti i settori della loro attività. I risultati suggeriscono che, sebbene i Chief Data Officer (CDO) guidino questa trasformazione, molti ritengono che i propri dati non siano ancora pronti per sfruttare pienamente il potenziale dell’intelligenza artificiale

    Basato sulle risposte fornite da 1.700 CDO in tutto il mondo – di cui 60 italiani – lo studio evidenzia un divario tra le ambizioni e la preparazione in materia di AI. Sebbene l’81% dei CDO intervistati riferisca che la strategia dei dati della propria organizzazione è integrata con la roadmap tecnologica e gli investimenti infrastrutturali,  rispetto al 52% del 2023, solo il 26% è sicuro che i propri dati possano supportare nuovi flussi di entrate basati sull’AI. Inoltre, barriere come l’accessibilità, la completezza, l’integrità, l’accuratezza e la coerenza dei dati impediscono alle organizzazioni di sfruttarli appieno attraverso l’intelligenza artificiale.

    “L’intelligenza artificiale su larga scala in azienda è a portata di mano, ma il successo dipende dalla capacità delle organizzazioni di alimentarla con i dati giusti. Per i CDO, ciò significa creare un’architettura dati perfettamente integrata che sostenga l’innovazione e sblocchi il valore per l’impresa”, ha dichiarato Ed Lovely, VP e Chief Data Officer di IBM. “Le organizzazioni che riusciranno in questo intento non solo miglioreranno la loro intelligenza artificiale, ma trasformeranno il loro modo di operare, prenderanno decisioni più rapide, si adatteranno più velocemente ai cambiamenti e acquisiranno un vantaggio competitivo”.

    Di seguito i principali risultati dello studio:

    Il ruolo del CDO sta cambiando da custode dei dati a stratega aziendale, poiché dimostrare il valore dei dati rimane una sfida

    • La maggior parte (92%) dei CDO intervistati afferma di doversi concentrare sui risultati aziendali per avere successo nel proprio ruolo.
    • Tuttavia, solo un terzo concorda pienamente sul fatto di poter descrivere chiaramente in che modo i dati facilitano l’ottenimento dei risultati aziendali e solo il 29% dispone di misure chiare per determinare il valore dei risultati aziendali basati sui dati.
    • Per i CDO italiani, l’utilizzo dei dati per ottenere un vantaggio competitivo, l’integrazione di pratiche efficaci di governance e data management e garantire la sicurezza e la riservatezza dei dati sono le 3 priorità assolute.
    • L’84% dei CDO afferma che i propri data product esclusivi hanno già generato vantaggi competitivi significativi e il 78% cita l’utilizzo dei dati proprietari come obiettivo strategico principale per differenziare la propria organizzazione sul mercato. 

    Le ambizioni dell’AI rimangono elevate nonostante il divario tra AI e dati

    • L’81% dei CDO intervistati dà priorità agli investimenti che accelerano le capacità e le iniziative di intelligenza artificiale.
    • Tuttavia, solo il 26% è sicuro che la propria organizzazione sia in grado di utilizzare i dati non strutturati per creare valore aziendale.
    • Per contribuire a colmare questo divario, l’81% degli intervistati afferma di applicare l’AI ai dati piuttosto che centralizzarli.
    • Sebbene l’80% degli intervistati abbia iniziato a sviluppare set di dati diversificati per addestrare gli AI agents, il 79% ammette di essere ancora nelle prime fasi del processo di definizione delle modalità di scalabilità e governance.
    • Nonostante queste sfide, l’83% degli intervistati ritiene che i potenziali benefici dell’integrazione di agenti di intelligenza artificiale superino i rischi e il 77% è soddisfatto del fatto che la propria organizzazione si affidi ai risultati ottenuti dagli agenti di AI.

    Una cultura basata sui dati è considerata essenziale, ma la carenza di talenti potrebbe rallentare i progressi

    • L’82% dei CDO afferma che i dati vengono sprecati se la propria organizzazione non consente alle persone di accedervi, mentre l’80% afferma che la democratizzazione dei dati aiuta la propria organizzazione a muoversi più velocemente.
    • Nonostante il 74% degli intervistati favorisca attivamente una cultura della gestione dei dati tra i dipendenti, la promozione di una cultura basata sui dati rimane una delle principali sfide strategiche.
    • Allo stesso tempo, il 47% dei CDO afferma che attrarre, sviluppare e trattenere talenti con competenze avanzate in materia di dati è una delle sfide più importanti, rispetto al 32% del 2023.
    • Il 77% degli intervistati sta facendo fatica a trovare ruoli chiave nel settore dei dati e solo il 53% afferma che le attività di reclutamento e fidelizzazione forniscono le competenze e l’esperienza necessarie, in calo rispetto al 75% del 2024.

    Focus Italia:

    • In Italia i CDO mostrano una forte attenzione agli outcome: il 97% afferma che serve essere orientati al business per avere successo (vs 92% Global) ed è più alta anche la capacità percepita di misurare il valore dei risultati data-driven (68% vs 77% Global).
    • Nonostante ciò, la difficoltà nel comunicare il valore del proprio ruolo rimane elevata: il 77% dichiara che i data leader faticano ad articolare il proprio impatto (vs 71% Global).
    • L’Italia ha una buona integrazione tra data strategy e tech roadmap: 75% degli intervistati vs 81% Global.
    • Governance, qualità e data management rimangono la priorità numero uno:
      62% (vs 54% Global), seguiti dal bisogno di ricavare insight approfonditi attraverso analisi avanzate: 60% (in linea con 64% Global).
    • Le principali sfide all’innovazione e alla strategia sono culturali e infrastrutturali. Il 60% dei CDO italiani ritiene che promuovere una cultura data-driven è una sfida chiave (rispetto al 54% Global). Allo stesso tempo, il 63% dei CDO in Italia cita l’insufficienza o la scarsa integrazione dei dati come uno dei maggiori ostacoli all’innovazione, rispetto al 46% a livello globale.
    • Inoltre, l’80% dei CDO italiani ritiene che i benefici degli AI agents superino i rischi (vs 83% Global).
    • Trovare e trattenere talenti data & AI è difficile per l’85% dei CDO italiani.
    • Le aziende italiane intervistate vedono compliance e sovranità del dato come leve competitive (82% vs 78% Global).
    • Infine, le aziende italiane credono che il lavoro con partner sia una fonte di insight unici (83% vs 77% Global) e le partnership sono anche considerate una leva per accelerare l’AI (77% vs 82% Global).

     

     

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