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    Perché c’è bisogno di una PEC interoperabile a livello UE

    By Redazione LineaEDP05/03/20213 Mins Read
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    Per Marco Mangiulli, CIO di Aruba, l’interoperabilità della PEC a livello europeo garantirà comunicazioni certificate e sicure anche fuori dall’Italia

    Il mondo dei Trust Services è a un punto di svolta: è stata, infatti, annunciata la realizzazione del primo schema interoperabile di eDelivery qualificato, con l’obiettivo di rendere la Posta Elettronica Certificata (PEC) conforme al regolamento eIDAS e interoperabile a livello europeo, in grado quindi di rispondere ai criteri definiti dall’ETSI (European Telecommunications Standards Institute), l’organismo internazionale che si occupa di stabilire gli standard tecnici nel settore delle telecomunicazioni.

    Questo importante risultato, raggiunto grazie a una efficace collaborazione tra AgID e i Gestori di Posta Elettronica Certificata, tra cui Aruba, pone di fatto le basi per la creazione di uno standard tecnologico che consentirà alla PEC di essere interoperabile a livello europeo.

    In concreto, nel tavolo di lavoro congiunto tra AgiD e AssoCertificatori, sono stati delineati i criteri necessari a stabilire un dialogo sicuro tra i Gestori di servizi di recapito certificato qualificato per garantire, di conseguenza, uno scambio telematico altrettanto sicuro tra cittadini e imprese di tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea.

    La PEC, quindi, è pronta a varcare i confini nazionali

    È importante sottolineare quali siano i vantaggi che questa implementazione porterà all’utente finale.

    Prima di tutto, quello relativo all’interoperabilità europea: il modello sviluppato rende infatti possibile il dialogo tra sistemi di recapito certificato qualificato che adottano lo standard REM grazie alla definizione di un profilo base di interoperabilità e alla specifica degli elementi chiave della cosiddetta “Common Service Interface”, l’infrastruttura condivisa che rende possibile il delivery in scenari multi-provider e cross-border.

    Il nuovo servizio garantirà l’identificazione certa dei mittenti e dei destinatari, l’integrità del contenuto delle comunicazioni, l’opponibilità a terzi della data/ora d’invio e dell’avvenuto invio/ricezione dei messaggi.

    Oltre alla definizione del profilo base di interoperabilità e della Common Service Interface, il tavolo tecnico si è concentrato su una caratteristica fondamentale per un sistema di delivery qualificato, che è rappresentata dalla presenza di un riferimento temporale certo e opponibile a terzi relativo a ciascuna comunicazione.

    Sicura al 100% per gare d’appalto, bandi e concorsi

    Grazie alle proposte avanzate dal gruppo di lavoro, e recepite dagli standard ETSI, sono state definite le modalità per identificare in maniera chiara e non ambigua la data/ora relativa agli eventi di invio e ricezione delle comunicazioni certificate. Si tratta di un aspetto estremamente importante soprattutto in casi d’uso quali le gare d’appalto, bandi e concorsi e in generale le iniziative in cui le scadenze sono criterio fondamentale di adesione o assegnazione di progetti, premi e simili.

    Con particolare orgoglio si può dire che, in questo percorso di approvazione del nuovo standard, è stato essenziale il contributo dell’Italia e l’esperienza acquisita grazie al successo della Posta Elettronica Certificata, testimoniato dai numeri ufficiali di AgID: il 2020 è stato un anno di record per la PEC con 12.340.211 caselle attivate ed oltre 408 milioni di messaggi scambiati nel solo ultimo bimestre dell’anno.

    La PEC diventerà a tutti gli effetti un sistema di recapito certificato qualificato utilizzabile in Europa: questo traguardo consentirà a tutti gli utenti di utilizzare il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata anche per le comunicazioni verso utenti, enti ed imprese europee, mantenendo il valore legale e la sicurezza che da sempre contraddistinguono lo strumento PEC.

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