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    Il ripristino post attacco può avvenire in modo rapido e pulito

    By Redazione LineaEDP22/07/20243 Mins Read
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    Vincenzo Granato di CommVault Italia spiega come con la giusta tecnologia le aziende possono raggiungere le migliori pratiche di ripristino dati

    ripristino

    In questo articolo Vincenzo Granato, Country Manager di Commvault Italia spiega l’importanza della capacità di ripristino per la continuità aziendale. Questo processo può rivelarsi complicato ma, con la giusta tecnologia e le giuste collaborazioni, le organizzazioni possono raggiungere la resilienza informatica.

    Buona lettura! 

    Perché la capacità di ripristino è fondamentale per la continuità aziendale

    Oggi, il ransomware è una delle principali minacce che le aziende devono affrontare e si sta diffondendo con modalità senza precedenti. In realtà, il ransomware è ovunque, anche negli stessi backup che dovrebbero essere l’ultima linea di difesa da un attacco, e le violazioni stanno rapidamente diventando la norma. Oltre all’accelerazione della frequenza degli attacchi, aumenta anche il tempo medio di ripristino: un attacco riuscito può mettere fuori gioco un’azienda per settimane, con effetti devastanti. Sono finiti i tempi in cui si potevano prevenire efficacemente: oggi è davvero una questione di quando, non di se, si subirà una violazione, e risposta e ripristino sono fondamentali. La preparazione e i test di recovery sono essenziali per diventare resilienti ai cyber attacchi e poterli sostenere senza subire gravi interruzioni delle attività.

    Le sfide da affrontare per raggiungere la resilienza informatica

    Sebbene la capacità di ripristinare da un attacco sia indispensabile, lo status quo non è spesso sufficiente. I test di recovery sono complessi e costosi e la creazione di un ambiente dedicato fisico o virtuale per testare il ripristino delle applicazioni critiche è un obiettivo irraggiungibile per la maggior parte delle aziende. Inoltre, esiste un ampio divario tra piani di risposta ed effettiva capacità di testare in modo affidabile il ripristino per garantire prontezza.

    La possibilità di testare un ripristino è vitale per garantire la fiducia nella capacità di effettuarlo in modo sicuro e rapido, a sua volta elemento essenziale per raggiungere il livello di cyber resilience richiesto. Tuttavia, a causa dei costi e della complessità che ciò comporta, molte aziende si affidano a piani di Disaster Recovery (DR), simulazioni, esercitazioni e liste di controllo, che non consentono alle persone coinvolte in un ripristino di prepararsi per l’evento.

    Come risolvere l’enigma

    Per assicurarsi che tutto funzioni come dovrebbe, il ripristino deve essere testato frequentemente e durante i vari cicli di attività. Finora, però, è stato quasi impossibile da realizzare. Ma se esistesse un modo per garantire ogni volta il ripristino di applicazioni pulite e immacolate, in modo affidabile, cosa accadrebbe? Le partnership tra fornitori stanno offrendo soluzioni che consentono un recovery sicuro, affidabile e rapido delle applicazioni in cui i dati risiedono in clean room on demand nel cloud, offrendo un processo di automazione end-to-end che può essere applicato senza problemi non solo ai test di preparazione, ma anche all’analisi forense e al failover di produzione.

    Presenta le basi delle migliori pratiche di data recovery, tra cui backup immutabili, air gapping e architettura zero trust, ma aggiunge un ulteriore livello di scelta e flessibilità, consentendo di ripristinare ogni applicazione ovunque, da qualsiasi sistema, nel cloud. Inoltre, l’intero processo è automatizzato e il ripristino può essere semplice come premere un pulsante. Grazie a una tecnologia innovativa, le aziende possono così sfruttare la potenza di obiettivi di ripristino pronti per il cloud per una resilienza senza precedenti, utilizzando un ambiente cloud privo di malware con capacità uniche per identificare e garantire un recovery rapido e pulito.

    di Vincenzo Granato, country manager di Commvault Italia

    CommVault cybersecurity data recovery resilienza informatica Vincenzo Granato
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