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    Cloud: guardare all’ottimizzazione come a un processo evolutivo

    By Redazione LineaEDP20/06/20256 Mins Read
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    Per Benjamin Shrive di AMD ottimizzare gli ambienti cloud è diventato un requisito strategico imprescindibile per mantenere competitività nel 2025 e oltre

    cloud

    Di seguito condividiamo un articolo di Benjamin Shrive, Head of Cloud EMEA, AMD nel quale si parla dell’evoluzione del cloud e di quanto, la sua ottimizzazione sia ormai importante in termini di competitività.

    Nella sua analisi l’esperto condivide una guida definitiva composta da fattori importanti che i team IT impegnati nei processi di aggiornamento hardware dovrebbero valutare. Tali fattori sono: performance, costi ed efficienza, sicurezza ed ecosistema.

    Buona lettura!

    2025: ottimizzazione cloud, da vantaggio competitivo a necessità aziendale

    L’evoluzione del cloud ha trasceso le ragioni originarie della sua implementazione. Attualmente, scalare con rapidità rappresenta ormai un’esigenza non negoziabile. Le organizzazioni affrontano quotidianamente la necessità di gestire improvvisi aumenti di domanda senza compromettere la qualità del servizio offerto, mentre – in parallelo – osserviamo una progressiva specializzazione dei workload cloud, che necessitano di infrastrutture computazionali raffinate, capaci di combinare efficacemente CPU, DPU e acceleratori per l’intelligenza artificiale. Integrazione che risulta cruciale per valorizzare il potenziale delle architetture e dei framework nativi per la nuvola.

    Come evidenziano i dati Flexera, secondo i quali circa il 50% dei workload e delle informazioni aziendali è ormai ospitato su infrastrutture cloud pubbliche, la gestione degli investimenti si è quindi affermata come elemento strategico imprescindibile e non sorprende che il 72% dei decision maker IT (ITDM) collochi l’ottimizzazione delle risorse cloud al vertice delle priorità organizzative, identificandola come leva primaria per il contenimento dei costi operativi.

    Tali dinamiche sottolineano quanto sia cruciale calibrare con precisione le architetture adottate e assicurarsi che le infrastrutture siano perfettamente allineate alle esigenze operative e alle caratteristiche dei carichi di lavoro gestiti. A tal fine, l’implementazione di una strategia cloud rigorosa consente di bilanciare agilità, protezione dei dati, performance e ottimizzazione delle risorse economiche – elementi determinanti per preservare la competitività aziendale nell’attuale scenario di mercato.

    È arrivato il momento

    Per oltre un decennio, la “nuvola” ha costituito il fondamento delle infrastrutture digitali, poggiando essenzialmente su sistemi informatici general-purpose. Oggi, però, in un ecosistema aziendale sempre più dominato dall’intelligenza artificiale e dai workload a elevata intensità computazionale (HPC), l’approccio standardizzato alle soluzioni cloud sta divenendo rapidamente inadeguato. Le piattaforme convenzionali mostrano frequentemente limiti nella gestione delle complesse esigenze di calcolo imposte dai modelli di deep learning, compromettendo la capacità delle imprese di ottimizzare il rendimento dei propri investimenti tecnologici.

    Contemporaneamente, le architetture cloud-native sono diventate il paradigma dominante, con aziende costantemente sollecitate a innovare velocemente, accelerare il time-to-market e razionalizzare gli investimenti. In assenza di un’infrastruttura specificamente progettata per l’ambiente cloud, le organizzazioni rischiano di non capitalizzare pienamente sui vantaggi operativi fondamentali, quali l’ottimizzazione delle performance e la mitigazione delle vulnerabilità di sicurezza negli ecosistemi multi-cloud, impattando così in modo negativo sul valore complessivo derivante dall’implementazione di strategie cloud-native.

    In aggiunta, implementare workload di intelligenza artificiale su vasta scala utilizzando infrastrutture cloud non ottimizzate genera un consumo energetico sproporzionato, che causa incrementi nei costi operativi e maggiore impatto ecologico. Tale inefficienza non solo erode le risorse economiche aziendali, ma ostacola anche il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità corporate, divenuti ormai prioritari nell’agenda di stakeholder sempre più attenti alle politiche ambientali e alle iniziative di responsabilità ecologica delle organizzazioni.

    Al di là dei vantaggi prestazionali, la componente sicurezza costituisce un elemento determinante, spesso trascurato, nella selezione di hardware specificamente concepito per ambienti cloud. Le soluzioni cloud-oriented integrano frequentemente meccanismi di protezione sofisticati, come le tecnologie di confidential computing. Questi sistemi assicurano che le informazioni critiche permangano cifrate anche in fase di elaborazione, minimizzando la vulnerabilità ad attacchi fisici diretti ai moduli DIMM (Dual In-line Memory Module) o a compromissioni virtuali negli ecosistemi di infrastruttura iper-convergente.

    Con l’escalation dei rischi associati alle violazioni dati, tanto sul piano economico quanto reputazionale, le aziende devono prendere atto che mantenere ambienti cloud privi di adeguate protezioni non rappresenta più una scelta sostenibile. La proliferazione di minacce informatiche evolute, provenienti sia da singoli criminali informatici che da entità supportate da governi nazionali, rende il rafforzamento dei protocolli di sicurezza cloud un imperativo strategico non più procrastinabile.

    Strategia cloud 2025: la guida definitiva

    Parallelamente, con la diffusione crescente e l’integrazione delle tecnologie di intelligenza artificiale attraverso molteplici comparti industriali, i responsabili IT devono garantire che l’infrastruttura cloud aziendale possa gestire efficacemente workload intensivi, trovando il giusto equilibrio tra sostenibilità economica, protezione dei dati ed efficienza operativa. Pur riconoscendo la specificità delle esigenze di ciascuna organizzazione, i team IT impegnati nei processi di aggiornamento hardware dovrebbero valutare attentamente i seguenti fattori:

    • Performance – Le istanze cloud selezionate soddisfano effettivamente i requisiti prestazionali necessari alle attività della vostra organizzazione? L’architettura cloud implementata deve dimostrare versatilità sufficiente per gestire uno spettro diversificato di workload, dalle interfacce web di front-end all’analisi in-memory, fino all’elaborazione di transazioni complesse.
    • Costi ed efficienza – È realizzabile una contrazione dell’impronta cloud mantenendo i medesimi carichi di lavoro su un parco server ridotto? L’adozione di istanze caratterizzate da elevata densità computazionale permette alle organizzazioni di ospitare un volume superiore di macchine virtuali o container per singolo server, generando considerevoli benefici economici e migliorando l’efficienza energetica complessiva.
    • Sicurezza – L’istanza cloud prescelta garantisce l’adeguato livello di protezione delle informazioni aziendali? Le tecnologie di confidential computing contribuiscono significativamente alla mitigazione dei rischi di sicurezza, salvaguardando i dati durante l’elaborazione e riducendo le potenziali vulnerabilità negli ecosistemi virtualizzati.
    • Ecosistema – L’impiego di processori fondati sull’architettura x86, standard consolidato nel settore, consente una sostanziale semplificazione degli ambienti cloud, facilitando notevolmente i processi di sviluppo, manutenzione e migrazione applicativa con interruzioni operative ridotte al minimo.

    Ottimizzazione invisibile, risultati concreti

    Per i decision maker IT risulta essenziale analizzare l’impatto economico di ciascuna “unità di lavoro” nel processo di selezione delle istanze cloud. Le configurazioni infrastrutturali convenzionali frequentemente costringono le organizzazioni al dilemma tra sovradimensionamento delle risorse, con conseguente inefficienza economica, e sottodimensionamento, che rischia di generare strozzature prestazionali. L’hardware specificamente ottimizzato per ambienti cloud trasforma questo paradigma, permettendo alle aziende di conseguire risultati superiori con un impiego più contenuto di risorse, preservando contemporaneamente elevati standard di performance, sicurezza ed efficienza operativa.

    In conclusione, l’ottimizzazione cloud va interpretata non come traguardo definitivo, ma quale processo evolutivo costante. Nel contesto di tecnologie in perenne trasformazione, le organizzazioni che prioritizzano la modernizzazione infrastrutturale beneficeranno di scalabilità sostenuta, migliorata sostenibilità ambientale e fondamenta digitali robuste per alimentare l’innovazione futura. In un’era dove l’agilità rappresenta un fattore critico di successo, ottimizzare gli ambienti cloud non costituisce più una scelta facoltativa, ma un requisito strategico imprescindibile per mantenere competitività nel 2025 e oltre.

    di Benjamin Shrive, Head of Cloud EMEA, AMD

    AMD Benjamin Shrive cloud computing ottimizzazione del cloud
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