• BitMAT
  • BitMATv
  • Top Trade
  • Linea EDP
  • Itis Magazine
  • Industry 5.0
  • Sanità Digitale
  • ReStart in Green
  • Contattaci
Close Menu
LineaEDPLineaEDP
    Facebook X (Twitter) Vimeo Instagram LinkedIn RSS
    Trending
    • L’intelligenza artificiale abbassa le barriere per i cybercriminali
    • Acronis: soluzioni disponibili su MEPA grazie alla collaborazione con Eurodigit in qualità di Gold Partner
    • Con Red Hat AI 3, l’inferenza AI è ora distribuita nei carichi di lavoro in produzione
    • Portolano Cavallo è il primo studio legale italiano ad adottare Legora, piattaforma di AI generativa per studi legali
    • Data center: come una pre-costruzione efficace garantisce qualità e conformità
    • Datapizza AI, il primo framework open-source Made in Italy per creare agenti AI
    • Agentforce 360: il punto di connessione tra operatori umani, agenti AI e dati
    • Il multi-cloud secondo Netalia: sovranità digitale e libertà dai vendor
    Facebook X (Twitter) Vimeo Instagram LinkedIn RSS
    LineaEDPLineaEDP
    • Cio
    • Cloud
    • Mercato
    • News
    • Tecnologia
    • Case History
    • Report
    • Sicurezza
    • IOT
    LineaEDPLineaEDP
    Sei qui:Home»News»La Banca Centrale della Nuova Zelanda è stata hackerata

    La Banca Centrale della Nuova Zelanda è stata hackerata

    By Redazione LineaEDP12/01/20213 Mins Read
    Facebook Twitter LinkedIn Reddit Telegram WhatsApp Email

    Kevin Reed, Acronis CISO, esprime la propria opinione su quanto accaduto in Nuova Zelanda sottolineando che il 2021 sarà l’anno delle estorsioni

    La Banca Centrale della Nuova Zelanda è stata hackerata e ha dichiarato che uno dei suoi sistemi di dati è stato violato da un hacker non identificato che potenzialmente ha avuto accesso a informazioni sensibili dal punto di vista commerciale e personale.

    A Kevin Reed (in foto), Acronis Chief Information Security Officer, è stato chiesto di rispondere a una serie di domande per comprendere meglio quanto accaduto.

    Chi potrebbero essere i principali sospetti e quali tecniche pensa che abbiano usato per violare il sistema?

    Non c’è modo di risalire all’autore della violazione alla Banca Centrale della Nuova Zelanda fino al completamento dell’indagine – potrebbe essere qualsiasi cosa tra un attacco parteggiato dallo Stato o un semplice attacco automatico a un server/sistema mal configurato. Potrebbe anche essere successo che un dipendente del servizio di file sharing di terzi sia stato vittima di un attacco di phishing o di malspam che ha portato al furto di credenziali o all’installazione di un trojan, che ha fornito l’accesso ai sistemi. Tuttavia, gli enti governativi non sono noti per il pagamento di riscatti, quindi la minaccia di fuga di dati non sarà probabilmente redditizia per l’aggressore, il cui obiettivo potrebbe essere semplicemente quello di creare scompiglio.

    Negli ultimi mesi si sono verificati diversi altri attacchi contro entità neozelandesi, tra cui la Borsa: che siano stati presi di mira in modo specifico da un unico autore?

    È improbabile che questi recenti attacchi contro entità neozelandesi siano stati effettuati dallo stesso attore – due dei maggiori attacchi sono di natura e obiettivi troppo diversi. Il DDoS della Borsa è molto visibile, mentre il furto di informazioni nel caso più recente della Banca Centrale della Nuova Zelanda vuole essere il più silenzioso possibile.

    Come giudicherebbe la sicurezza complessiva delle entità con sede in Nuova Zelanda e delle banche globali in generale?

    Molte organizzazioni sono ancora piuttosto conservatrici quando si tratta di protezione informatica: la maggiore complessità delle infrastrutture e la dipendenza dai sistemi moderni le rende più suscettibili agli attacchi esterni e agli errori interni causati dal fattore umano.

    La Nuova Zelanda è ancora tra i primi 50 Paesi per indice di cybersecurity e ha intensificato le misure per potenziare le sue difese informatiche, partecipando alla condivisione di intelligence con altri importanti Paesi del mondo; il che, ironia della sorte, la rende un bersaglio ambito per i cyber criminali.

    Quali sono le misure di recupero/indagine in questo scenario? Con quale velocità devono essere realizzate?

    Il recupero da un incidente raramente richiede una tecnologia unica, richiede manuali di recupero preparati e testati, personale addestrato, monitoraggio operativo e implementazione del software.

    Dopo aver bloccato qualsiasi accesso esterno, la banca dovrà rivedere i registri per determinare i danni e quindi stabilire come procedere con ulteriori indagini. Questo potrebbe richiedere alcuni giorni per una patch iniziale, e potenzialmente settimane o mesi prima che una correzione permanente sia in atto.

    C’è qualcos’altro che vorreste aggiungere su questo caso?

    Questo è ciò che dobbiamo aspettarci nel 2021, l’anno delle estorsioni. È probabile che continueremo a vedere obiettivi di alto valore attaccati con lo scopo di sconvolgere governi e organizzazioni importanti, o di raccogliere riscatti di alto valore da obiettivi simili.

    Acronis Banca Centrale della Nuova Zelanda Kevin Reed
    Share. Facebook Twitter LinkedIn Reddit Telegram WhatsApp Email
    Redazione LineaEDP
    • Facebook
    • X (Twitter)

    LineaEDP è parte di BitMAT Edizioni, una casa editrice che ha sede a Milano con copertura a 360° per quanto riguarda la comunicazione rivolta agli specialisti dell'lnformation & Communication Technology.

    Correlati

    Acronis: soluzioni disponibili su MEPA grazie alla collaborazione con Eurodigit in qualità di Gold Partner

    15/10/2025

    Data center: come una pre-costruzione efficace garantisce qualità e conformità

    15/10/2025

    Datapizza AI, il primo framework open-source Made in Italy per creare agenti AI

    15/10/2025
    Newsletter

    Iscriviti alla Newsletter per ricevere gli aggiornamenti dai portali di BitMAT Edizioni.

    Security Words

    INFRASTRUTTURA APPLICATIVA: PROTEGGIAMOLA

    29/01/2024

    PASSWORD E STRATEGIA

    29/01/2024
    BitMATv – I video di BitMAT
    L’AI è vietata in azienda?
    Il cloud introduce ulteriore complessità nella cybersecurity: focus sulle identità
    Synology CC400W: abbiamo testato la telecamera di sicurezza con AI integrata e connettività Wi-Fi
    ExpertBook P5, il notebook con l’AI integrata
    La tua fabbrica è resiliente?
    Defence Tech

    L’intelligenza artificiale abbassa le barriere per i cybercriminali

    15/10/2025

    Acronis: soluzioni disponibili su MEPA grazie alla collaborazione con Eurodigit in qualità di Gold Partner

    15/10/2025

    Spyware Android: ProSpy e ToSpy minacciano gli Emirati Arabi Uniti

    14/10/2025

    Cyberassicurazione: una guida pratica per scegliere la polizza giusta

    13/10/2025
    Report

    Agentic AI: da McKinsey sei strategie per generare valore

    13/10/2025

    Intelligenza Artificiale e il ruolo dell’open source

    10/10/2025

    Business leader e AI: l’osservabilità diventa una priorità strategica

    09/10/2025

    AI e formazione: lavoratori chiedono di più, governi e aziende rallentano

    06/10/2025
    Rete BitMAT
    • Bitmat
    • BitMATv
    • Top Trade
    • LineaEdp
    • ItisMagazine
    • Speciale Sicurezza
    • Industry 4.0
    • Sanità Digitale
    • Redazione
    • Contattaci
    NAVIGAZIONE
    • Cio
    • Cloud
    • Mercato
    • News
    • Tecnologia
    • Case History
    • Report
    • Sicurezza
    • IOT
    Chi Siamo
    Chi Siamo

    BitMAT Edizioni è una casa editrice che ha sede a Milano con una copertura a 360° per quanto riguarda la comunicazione online ed offline rivolta agli specialisti dell'lnformation & Communication Technology.

    Facebook X (Twitter) Instagram Vimeo LinkedIn RSS
    • Contattaci
    • Cookies Policy
    • Privacy Policy
    • Redazione
    © 2012 - 2025 BitMAT Edizioni - P.Iva 09091900960 - tutti i diritti riservati - Iscrizione al tribunale di Milano n° 293 del 28-11-2018 - Testata giornalistica iscritta al ROC

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.