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    Sei qui:Home»News»PwC Italia e lo smart working (prima del Coronavirus)

    PwC Italia e lo smart working (prima del Coronavirus)

    By Redazione LineaEDP01/04/20203 Mins Read
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    Matteo Veneziani, Head of Innovation, Process & ICT di PwC Italia, spiega perché innovazione e tecnologia sono indispensabili nello smart working

    PwC Italia ha introdotto già da alcuni anni un intenso programma di digital transformation dei processi interni che, grazie a un’infrastruttura tecnologica flessibile, ha abilitato l’introduzione dello “smart work” per tutte le oltre 6.000 risorse della Firm italiana che lavorano da 23 uffici diffusi capillarmente su tutto il territorio nazionale.

    Il successo della Business Continuity si deve anche a un disegno della infrastruttura moderno e a un team di professionisti preparati e focalizzati. Nell’emergenza del Coronavirus, gli investimenti in tecnologia hanno dato immediata evidenza della loro validità, consentendo a PwC Italia di continuare ad operare senza sostanziali disservizi, sia da un punto di vista del business che dei processi interni.

    Come spiegato in una nota ufficiale da Matteo Veneziani, Head of Innovation, Process & ICT di PwC Italia: «Nelle prime settimane di emergenza gli strumenti a disposizione hanno avuto impatto prevalentemente sulle sedi Lombarde, in quanto le presenze medie in ufficio a Milano sono passate da circa 2.100 persone al giorno a 350, per poi crollare a circa 90 persone al giorno nella terza settimana e arrivare a 20 persone al giorno nella settimana dal 16 al 20 marzo».

    Dal 9 marzo il provvedimento ha riguardato tutte le sedi PwC Italia, che sono poi state chiuse definitivamente a metà marzo. Contestualmente sono stati notevolmente incrementati gli strumenti di collaboration per organizzare meeting virtuali, con conseguente incremento dell’uso dell’infrastruttura tecnologica. I dati hanno rivelato che gli accessi simultanei alla VPN aziendale sono passati da picchi di circa 2.000/giorno (prima dell’emergenza) a picchi che variano tra i 4.000 e i 4.300 (215% del valore pre-emergenza).

    Le sessioni di videoconferenza, che mediamente si attestavano a 1.000 eventi a giorno, sono salite a medie di quasi 7.000 eventi al giorno, per un totale di eventi alla settimana passati da 4.600 (settimana prima dell’emergenza) a oltre 32.400 eventi nelle ultime settimane. Il traffico dati effettuato dalle SIM dati e SIM voce è passato da 3,4 Terabyte nella settimana precedente all’emergenza a 7,9 Terabyte nell’ultima settimana (230% del valore pre-emergenza).

    Senza un’infrastruttura tecnologica in grado di reggere l’impatto di tali incrementi la Firm avrebbe potuto trovarsi in grande difficolta e ha portato il team di IT Operation, guidato da Mario Licenziato, a ottimizzare l’infrastruttura disponibile adeguandola giorno per giorno, sfruttando anche parte dell’infrastruttura di disaster recovery ed eseguendo selettivi incrementi con il supporto dei partner tecnologici.

    Sempre per Veneziani: «Un altro elemento rilevante è l’andamento delle richieste di supporto al Service Desk. Nel periodo dell’emergenza il numero di ticket gestiti è rimasto pressoché costante, con un leggero incremento di quelli della categoria richiesta informazioni».

    Questo spiega che anche in assenza di un presidio “fisico”, il supporto all’utente è garantito grazie a strumenti per l’assistenza a distanza.

    «Nulla sarebbe stato possibile senza la collaborazione di tutte le persone di PwC Italia che hanno saputo, già dal primo giorno, adeguare le proprie attività alla nuova condizione di lavoro da remoto. La formazione fatta negli anni sugli strumenti di lavoro agile ha dato i suoi frutti consentendo a tutti i colleghi di avere continuità operativa» ha concluso Veneziani.

    Matteo Veneziani PwC Italia Smart working
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