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    Vertiv, approccio standard all’edge computing

    By Redazione LineaEDP20/10/20214 Mins Read
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    Una nuova ricerca di Vertiv definisce i modelli standard per il deployment delle infrastrutture Edge per ottimizzarne tempi e costi

    Vertiv, fornitore globale di soluzioni per le infrastrutture digitali critiche e soluzioni di continuità, ha pubblicato i risultati di una approfondita ricerca che identifica alcuni modelli in grado di aiutare le organizzazioni ad adottare un approccio più standardizzato alle implementazioni di edge computing, con l’obiettivo di ottimizzarne tempi e costi.

    Il report Archetipi Edge 2.0: Modelli di infrastruttura Edge pronti per l’implementazione, si basa sugli archetipi e sulla tassonomia legati all’edge introdotti da Vertiv nel 2018. La nuova ricerca classifica ancora meglio i siti edge in base a fattori quali: posizione e ambiente esterno, numero di rack, requisiti di alimentazione e disponibilità, localizzazione del sito, infrastruttura passiva, provider e numero di siti da implementare.

    • Device Edge: in questo caso l’elaborazione dei dati avviene sui dispositivi stessi, siano essi device stand-alone o integrati in architetture più ampie, come nel caso dei semafori intelligenti o dei sistemi di videosorveglianza.
    • Micro Edge: si tratta di una soluzione stand-alone di dimensioni ridotte, che può variare da uno o due server fino a quattro rack. Potrebbe essere implementata all’interno di una organizzazione per creare piccoli data center distribuiti o presso un sito di telecomunicazioni per connettere processi e applicazioni che risiedono negli armadi di rete.
    • Distributed Edge Data Center: possono trovarsi all’interno di un data center on-premise (che può essere un data center aziendale preesistente, una network room o una nuova struttura indipendente), oppure risiedere presso un co-locator. I data center Edge distribuiti sono già diffusi nei siti produttivi, nelle strutture sanitarie, nelle smart city e nelle reti di telecomunicazione.
    • Regional Edge Data Center: sono strutture distanti dal data center principale, realizzate appositamente per ospitare una infrastruttura di elaborazione dati. Condivide molte funzionalità tipiche dei data center hyperscale, ad esempio in termini di condizionamento e sicurezza, per cui garantisce elevati livelli di affidabilità. Questo modello è ampiamente diffuso nel mondo del retail e funge da sito intermedio per l’elaborazione dei dati.

    L’introduzione, tre anni fa, degli archetipi legati all’edge computing ha contribuito alla comprensione di questo paradigma. Si è trattato del primo tentativo strutturato che, in base alle numerose informazioni raccolte in materia, ha permesso alle aziende di cominciare a orientarsi all’interno del mondo Edge. Da allora, altre organizzazioni pubbliche e private hanno lavorato agli stessi temi – spesso con il supporto proattivo di Vertiv – per mettere a punto processi e tecnologie standard per accelerare la comprensione e la diffusione di questo paradigma. I modelli infrastrutturali sopra descritti rappresentano il passo logico successivo.

    Come sottolineato in una nota ufficiale da Martin Olsen, global vice president, edge strategy and transformation di Vertiv: «Man mano che l’edge matura e i siti proliferano e diventano sempre più sofisticati, cresce l’esigenza di modelli infrastrutturali in grado di standardizzare design e apparati al fine di aumentarne l’efficienza e nel contempo ridurne i costi e i tempi di implementazione. I siti edge continueranno a richiedere alcune personalizzazioni per soddisfare le esigenze specifiche degli utenti, ma i modelli che abbiamo messo a punto semplificano molte scelte fondamentali e introducono una ingegnerizzazione ormai necessaria anche in questo ambito. La ricerca è particolarmente utile per chi vuole specializzarsi in questo settore, come i partner di canale e i responsabili IT».

    La ricerca, realizzata in collaborazione con la società di analisi STL Partners, puntualizza che possono essere richiesti interventi specifici in base a fattori quali il contesto ambientale, il mercato di riferimento, gli apparati in esercizio, le policy di gestione, sicurezza e manutenzione e la connettività utilizzati. Tuttavia, queste specificità possono essere applicate nell’ambito dei modelli individuati e non pregiudicano i vantaggi di una maggiore standardizzazione.

    Per Dalia Adib, director, consulting e edge computing practice lead di STL Partners: «L’adozione dei quattro modelli che abbiamo individuato fornisce innegabili vantaggi, a cominciare da una velocizzazione nell’implementazione dei siti che porta con sè un’accelerazione del go-to-market di prodotti e servizi. Il mercato Edge è in forte crescita e può essere ulteriormente accelerato introducendo un certo livello di standardizzazione nel linguaggio utilizzato per descriverlo».

    Il rapporto esamina anche i requisiti dell’infrastruttura Edge di alcuni mercati verticali quali l’industria manifatturiera, il retail e le telecomunicazioni e ne illustra i modelli attualmente più diffusi, fornendo utili consigli per gli operatori del settore.

    Vertiv ha anche sviluppato un tool disponibile online per aiutare clienti, business partner e tutti coloro interessati a determinare il modello più adatto alle loro esigenze. Report e tool sono accessibili su Vertiv.com/EdgeArchetypes-EMEA.

     

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