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    Sei qui:Home»Categorie Funzionali»Posizione Home-Page»Posizione Primo Piano»Endpoint protection: prevenire è meglio che curare

    Endpoint protection: prevenire è meglio che curare

    By Laura Del Rosario24/09/2018Updated:25/09/20183 Mins Read
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    Commvault sottolinea l’importanza di implementare una strategia di protezione delle informazioni per mitigare il rischio di violazioni

    Commvault_Vincenzo Costantino_2018
    Vincenzo Costantino, Commvault

    A cura di Vincenzo Costantino, Director EMEA South Technical Services di Commvault

    La mobilità degli utenti genera minacce

    A oggi, i rischi ransomware a cui sono esposti gli endpoint aziendali sono noti, ma non rappresentano l’unico elemento di cui preoccuparsi. Ogni giorno, i dipendenti escono dall’ufficio con il proprio laptop o altro dispositivo, portando con sé dati confidenziali e di valore. Si potrebbe scommettere che in molti hanno anche perso o dimenticato i propri laptop almeno una volta, in aeroporto, in un bar o in un noleggio auto durante un viaggio di lavoro. Non c’è dubbio che si tratti di un grave problema in termini di gestione, ma lo è ancora di più per l’azienda proprietaria del laptop e dei dati archiviati.

    Spesso gli endpoint non sono dotati di backup o protezione completi, quindi vulnerabili a perdite di dati, evento che potrebbe danneggiare in modo molto significativo un’azienda. Il rischio aumenta quando le organizzazioni fanno affidamento sulla mobilità di utenti e informazioni. Sono numerose le aziende che hanno subìto data breach con conseguenti sanzioni, nonostante ciò gli endpoint continuano a essere uno dei principali vettori per queste violazioni.

    Gli asset più trascurati

    Molte aziende sanno come gestire il data center, ma spesso trascurano o decidono di non focalizzarsi sui dati che risiedono sugli endpoint, informazioni che ogni giorno escono dall’azienda, mettendo a rischio la proprietà intellettuale e causando gravi danni economici in caso di perdita o furto.

    Per risolvere questo problema è necessaria una strategia di protezione degli endpoint che prevede anche un software per l’automazione del backup e il monitoraggio dei dispositivi. Gli strumenti di prima generazione erano inefficaci, costringendo le aziende a ritornare al backup manuale. I tempi fortunatamente sono cambiati e ci sono ora soluzioni di protezione solide e automatizzate.

    Controllare gli endpoint

    Le organizzazioni devono proteggere i dati e, al tempo stesso, consentirne l’accesso. Ma i team IT sono già oberati con la gestione delle informazioni all’interno del data center, non hanno tempo per occuparsi anche degli endpoint individuali. Senza dimenticare che il carico di lavoro aggiuntivo necessario per realizzare il backup manuale e il controllo degli endpoint può causare pressioni inutili all’IT, distraendolo dalle attività di business principali. Una soluzione di protezione per endpoint, auto-programmata per fare il backup automatico può far risparmiare molte ore di lavoro e salvaguardare dati sensibili che potrebbero essere persi in caso di furto o smarrimento di un laptop. Infatti, i team IT devono essere in grado di recuperare anche i dati dagli endpoint senza interrompere le attività di chi li utilizza. Con una soluzione adeguata, è possibile raccogliere le informazioni e geolocalizzare e/o cancellare i dati da remoto per evitare che finiscano nelle mani sbagliate.

    Conclusioni

    In molti conoscono il panico che sopraggiunge quando si cerca il proprio laptop, ma non si trova nel luogo in cui dovrebbe essere. Utenti e dati in mobilità e lo sfruttamento di vulnerabilità possono creare situazioni davvero poco piacevoli ed è per questo che le aziende dovrebbero implementare una strategia di protezione delle informazioni, per mitigare il rischio di violazioni.

    CommVault endpoint protezione endpoint sicurezza
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    Laura Del Rosario

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