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    Sei qui:Home»News»Open Source e PA: perché rinunciare alla sicurezza?

    Open Source e PA: perché rinunciare alla sicurezza?

    By Redazione LineaEDP21/07/2016Updated:21/07/20165 Mins Read
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    Quello dell’adozione di software Open Source da parte della PA è un tema molto dibattuto e per ciò stesso attualissimo. Qui una riflessione di Antonio Capobianco, CEO di Fata Informatica

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    [section_title title=Open Source e PA: perché rinunciare alla sicurezza? – Parte 2]

    Questi gli aspetti ostativi, ma veniamo ai vantaggi collegati alla scelta di soluzioni open source. Il principale sta proprio nella sua natura, ovvero la gratuità. Non solo l’open source nasce come gratuito (anche se non sempre!) ma è anche possibile installarlo per quanti nodi si vogliono senza costi aggiuntivi.

    Inoltre si tratta di una modalità di sviluppo dei sistemi informatici ampiamente supportata da una comunità internazionale che spesso ne incrementa le funzionalità aggiuntive come successo ad esempio nel caso di Nagios: qui la comunità internazionale ha continuato a sviluppare plug in che ne incrementano la capacità di monitoraggio dei più disparati sistemi. A ben vedere, una soluzione commerciale non sarebbe mai riuscita ad avere questa varietà di plug in, tanto meno in modalità gratuita.

    Non è un caso se già da tempo il Ministero per l’innovazione e le tecnologie si è espresso a favore dell’utilizzo di software open source da parte della Pubblica Amministrazione, sottolineando il contenimento dei costi, la trasparenza, la non dipendenza della P.A. da un singolo fornitore, la possibilità di riutilizzare il software e di accesso al software anche da parte delle economie locali in un’ottica orientata all’equilibrio, al pluralismo e all’aperta competizione.

    Delineato così il panorama, occorre domandarsi se quel bivio sopracitato esista realmente o se al contrario sia possibile adottare soluzioni che abbiano i vantaggi dell’open source senza per questo rinunciare alla sicurezza, alla facilità di utilizzo e all’assistenza.

    La riposta arriva dal colosso Red Hat che ha indicato la via maestra, adottando il sistema open source ed elevandolo a livelli di affidabilità e sicurezza che tutti conosciamo. Oggi diverse aziende hanno un business model basato sull’adozione di soluzioni open source che vengono migliorate, rese più semplici da utilizzare e supportate senza snaturarle.

    Una delle principali aziende italiane che ha adottato con successo questo modello di business è Fata Informatica che nel 2004 ha sviluppato la soluzione di monitoraggio Sentinet3 partendo proprio da Nagios.

    Sentinet3 è da tempo ampiamente utilizzato dal Ministero della Difesa e dalle più prestigiose pubbliche amministrazioni italiane perché in grado di fornire loro i vantaggi del sistema open source Nagios – ovvero compatibilità con tutti i plug in sviluppati dalla comunità open source e invariabilità del costo della soluzione con l’aumento dei sistemi da mettere sotto monitoraggio – e al tempo stesso una soluzione pienamente supportata, semplice da usare grazie ad un’interfaccia user friendly e soprattutto attenta alle più stringenti esigenze di sicurezza che tutte le infrastrutture IT- in particolar modo quelle operanti in settori strategici come il Ministero della Difesa – devono assicurare.

    Insomma, perché scegliere tra open source e sicurezza, quando è possibile avere l’uno e l’altro?

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    Antonio Capobianco costi Fata Informatica open source Pa sicurezza
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