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    Perché serve una “continuous response” contro gli attacchi moderni

    By Redazione LineaEDP02/04/20194 Mins Read
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    Tim Orchard, F-Secure Countercept Managing Director, spiega perché serve più ‘response’ nelle soluzioni gestite di detection and response

    sicurezza

    Contro minacce in continua evoluzione le aziende devono adottare approcci differenti per difendersi contro l’impatto degli attacchi informatici sul business. Lo sostiene, tra gli altri, Tim Orchard (nella foto qui sotto), F-Secure Countercept Managing Director, secondo cui serve una maggiore enfasi sia sulla preparazione a una violazione che su un veloce ed efficace contenimento, che deve prevedere un corretto bilanciamento di persone, processi e tecnologia.

    Nello specifico, secondo il referente del fornitore di cyber security, le violazioni informatiche sono ormai parte della vita di molte aziende. Non c’è più da chiedersi “se” un’azienda verrà violata, ma “quando” ciò accadrà.

    Da qui la necessità di ripensare al modo in cui le organizzazioni gestiscono molti aspetti della security.

    Il 44% di chi ha risposto a una recente indagine di MWR Infosecurity (azienda acquisita da F-Secure nel 2018) ha affermato di aver investito meno nelle capacità di risposta alle minacce rispetto alla previsione, prevenzione e rilevazione delle stesse. Solo il 12% ha dichiarato di aver dato priorità alla risposta. La mancanza di investimenti in strategie efficaci di risposta agli incidenti viene identificata come un’area di debolezza.

    Che cos’è e perché serve avere una “continuous response”
    La “continuous response”, ossia la capacità di avere le persone giuste nel posto giusto al momento giusto e dotate delle informazioni necessarie per assumere il controllo della situazione, è un concetto emergente nella sicurezza informatica che è fondamentale per potenziare le capacità di risposta.

    L’obiettivo è combinare elementi di collaborazione tra le parti coinvolte, l’identificazione del contesto e il controllo dei sistemi in un processo fluido. In pratica, ciò potrebbe significare avere un singolo team di threat hunters, di risorse preposte a una prima risposta, di amministratori e altro personale che lavorano insieme per identificare e rimediare in modo attivo a potenziali minacce prima che queste s’intensifichino.

    Sempre secondo il parere di Orchard, avere strumenti e tecniche capaci di rilevare velocemente, contenere e ostacolare gli attacchi mentre si stanno svolgendo ti fa guadagnare tempo e ti offre l’opportunità di avere un quadro completo su come gli attaccanti stiano sfruttando i tuoi punti deboli e si stiano muovendo attraverso la rete. Devono essere abbastanza sofisticate per evitare di far capire all’attaccante che le stai usando, e preparate per rimuoverle con una sola azione concertata. Ed è importante mettere questi strumenti e tecniche nelle mani del team giusto se si vuole che funzionino.

    MDR: un mix di collaborazione, contesto e controllo
    Secondo il report di Gartner dal titolo “Answers to Questions About 3 Emerging Security Technologies for Midsize Enterprises”, MDR, ossia managed detection and response, significa affittare occhi addestrati che non sei in grado di trovare o che non ti puoi permettere per rilevare quegli incidenti che non vengono scoperti.

    Le soluzioni MDR tipicamente offrono monitoraggio, rilevazione e servizi di risposta alle minacce 24/7 e si basano su advanced analytics e threat intelligence per aiutare a proteggere le organizzazioni. Generalmente, i vendor MDR implementano sensori (come un agente endpoint o una sonda) per raccogliere dati dai sistemi di un cliente. I dati vengono poi analizzati per verificare se ci sono evidenze di compromissioni e il cliente viene informato quando viene rilevato un potenziale incidente.

    Dopo la rilevazione, i clienti o rispondono per conto proprio o si affidano a team di incident response (IR) esterni, che possono realizzare investigazioni e analisi forense locale o in remoto, o suggerire consigli su una possibile risposta tecnica organizzata. Ma nel migliore dei casi, le attività di risposta si fermano nell’isolare gli host usando agenti EDR o il firewalling.

    Ma soluzioni efficaci possono fare potenzialmente molto di più. Trattare la risposta come un’attività continua fa sì che i membri del team siano in costante comunicazione e collaborazione tra di loro, così da discutere eventi sospetti che accadono in qualsiasi punto nell’infrastruttura. Le soluzioni MDR possono facilitare questo processo, offrendo a chi difende il vantaggio di cui ha bisogno per fermare, contenere e, in definitiva, espellere un avversario.

    Trovare una soluzione MDR bilanciata, indipendentemente se questa sia una soluzione in-house o in outsourcing, è fondamentale. L’approccio di F-Secure nel preparare i clienti a dare per assunto che violazioni siano già accadute, e aiutarli poi a respingere quelle minacce, è l’essenza della continuous response. Fare questo correttamente consente a chi difende di respingere gli attaccanti velocemente al loro primo tentativo, e prevenire che quegli avversari tentino di ripetere i loro attacchi.

     

     

     

     

    Continuous response F-Secure MDR Tim Orchard
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    Redazione LineaEDP
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