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    Sei qui:Home»Cloud»Supercloud: come trasformare la visione in realtà?

    Supercloud: come trasformare la visione in realtà?

    By Redazione LineaEDP29/11/20234 Mins Read
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    Lori MacVittie, Distinguished Engineer di F5, propone il “supercloud” come concetto potenzialmente in grado di venire incontro alle esigenze attuali delle aziende

    utente F5 trasformazione digitale-supercloud-sicurezza
    Lori MacVitte, F5 Distinguished Engineer

    Con l’attuale presenza diffusa dell’IT ibrido e l’utilizzo sempre più frequente di vari servizi cloud pubblici per l’intelligenza artificiale, la sicurezza e la copertura globale, c’è un’urgente necessità di una soluzione che semplifichi le operazioni. Il supercloud si propone di raggiungere proprio questo obiettivo. È da circa un paio d’anni che discuto dell’idea del supercloud in diversi contesti. Non è un termine molto diffuso, e molti professionisti dell’informatica sono stanchi della continua proliferazione di buzzword create da esperti e thought leader. A differenza di concetti specifici come eBPF o WASM, il supercloud rappresenta piuttosto una visione orientata a semplificare l’intreccio che intrappola le organizzazioni in una rete infinita di complessità. Questo avviene a causa delle disparità tra gli strumenti e le API necessarie per distribuire, gestire e monitorare applicazioni e API su diverse piattaforme.

    Per comprendere meglio il concetto di supercloud, propongo la seguente definizione personale: “Il supercloud è un’architettura cloud che consente all’IT ibrido di operare senza soluzione di continuità su ogni livello dello stack IT, coinvolgendo cloud provider, ambienti cloud, on-premise ed edge”.

    Ora, la domanda cruciale è: come si può trasformare questa visione in realtà?

    È opportuno partire dall’inizio, e l’origine della complessità di un’organizzazione ibrida è da ricercarsi nelle fondamenta dello stack IT, ovvero nell’infrastruttura.

    È necessario guardare al tessuto connettivo tra il data center e il cloud pubblico, ai layer di rete che consentono il commercio elettronico, il funzionamento degli smartphone e delle innumerevoli app che li popolano e il passaggio dei pacchetti da un sito ad un altro. La soluzione proposta per semplificare questa connettività è spesso denominata sul mercato come multi-cloud networking (MCN).

    La rete multi-cloud, nella sua essenza, semplifica la connettività standardizzando il modo in cui le reti vengono configurate e utilizzate in tutti gli ambienti. Che si tratti di cloud pubblico o privato, di un data center o di un’infrastruttura edge, il multi-cloud networking costituisce una rete a maglia ampia che riduce la complessità utilizzando configurazioni omogenee e una console centralizzata per la gestione e il monitoraggio.

    Tuttavia, non tutte le soluzioni MCN offrono le medesime funzionalità. Pertanto, è cruciale esaminare attentamente la soluzione per garantire non solo la capacità di collegare diversi ambienti, ma anche di garantirne la sicurezza. Senza un adeguato livello di sicurezza, la soluzione risolverebbe solo parzialmente la complessità, lasciando irrisolta la sfida di applicare una sicurezza coerente a tutte le applicazioni.

    La complessità derivante dalla necessità di ottimizzare le prestazioni delle applicazioni rappresenta una sfida altrettanto significativa. Nessuno collega i cloud per il piacere di collegarli. Le organizzazioni sfruttano più cloud per espandersi globalmente, accelerare la crescita attraverso una rapida scalabilità o, oggi più che mai, per beneficiare dei servizi di intelligenza artificiale al fine di ottenere un vantaggio competitivo.

    Tutti questi utilizzi si traducono, in ultima analisi, in applicazioni e API che richiedono servizi applicativi. Parliamo di tecnologie di sicurezza e distribuzione progettate per ottimizzare, proteggere e scalare le applicazioni e le API. Questi sono parte del tessuto connettivo e spesso si presentano sotto forma di soluzioni basate su proxy che offrono funzionalità come l’identificazione e il blocco dei bot, la difesa contro gli attacchi DDoS e la regolazione automatica della posizione di delivery per garantire la miglior esperienza utente possibile.

    Tuttavia, anche questi servizi contribuiscono alla complessità del panorama attuale, rendendo la fornitura di servizi digitali un compito spesso frustrante e costoso. Un multi-cloud networking (MCN) che integri i servizi applicativi come parte essenziale della soluzione offre gli stessi vantaggi della standardizzazione della rete: costi ridotti, strumenti simili e una console unificata per la gestione.

    In sostanza, una soluzione MCN adeguata dovrebbe essere in grado di affrontare le sfide principali che i clienti incontrano quando operano su più cloud e data center:

    1. Applicazione di una sicurezza coerente a tutte le applicazioni e API.

    2. Gestione della complessità e dei costi associati a vari strumenti, API e console.

    3. Ottimizzazione delle prestazioni delle applicazioni.

    Da quasi dieci anni, la nostra ricerca annuale identifica questi tre problemi come le sfide predominanti del multi-cloud. Il supercloud si presenta come la risposta a queste sfide, e il MCN costituisce la soluzione per costruire le fondamenta del supercloud stesso.

    Il multi-cloud networking deve essere progettato per affrontare tali sfide e gettare le basi per una gestione più semplificata dell’IT ibrido.

    A cura di Lori MacVittie, Distinguished Engineer di F5

    F5 supercloud
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