L’adozione dell’Intelligenza Artificiale nelle imprese italiane viaggia a due velocità: un gap non solo tecnico, ma alimentato soprattutto dalla crescente preoccupazione sulla proprietà intellettuale e sulla perdita di controllo dei dati aziendali sensibili. Secondo i dati rilevati dalla Relazione per paese sullo stato del Decennio Digitale 2024 (DESI) della Commissione Europea, solo il 5% delle imprese italiane utilizza l’AI, un dato ben al di sotto della media europea dell’8%. Questo ritardo nell’integrazione digitale non è solo finanziario o tecnico: il vero freno è la crescente preoccupazione per la perdita di controllo sui dati sensibili e sui processi proprietari.
Mentre settori strategici come il manifatturiero e il design detengono una competenza esclusiva, frutto di decenni di investimenti, l’integrazione di sistemi AI cloud-based, ovvero disponibili ovunque e in qualsiasi momento, perché sono online, pone il dilemma di fatto di addestrare i modelli dei Big Tech con informazioni riservate e di valore, esponendo involontariamente il cuore delle proprie infrastrutture esterne. Questa incertezza normativa, acuita dall’introduzione dell’AI Act europeo, con il rafforzamento degli obblighi di trasparenza, spinge le aziende alla cautela assoluta.
È in questo scenario di diffidenza e necessità di sovranità del dato che si inserisce OpificioAI , piattaforma italiana di AI enterprise, che risponde con un approccio radicale: l’AI completamente privata. L’azienda lancia una soluzione self-hosted, progettata specificamente per operare entro i confini IT dell’impresa e garantire che nessuna informazione sensibile lasci l’ambiente aziendale, colmando in modo diretto e pragmatico i timori delle PMI.
“Il vero valore delle PMI italiane, che rappresentano circa il 75% degli occupati totali nel Paese, risiede nei loro processi e nel know-how decennale. Utilizzando modelli cloud pubblici per l’AI, si rischia involontariamente di condividere quel valore,” spiega Luca Manuele Simonato, CEO di OpificioAI. “Abbiamo creato una soluzione che permette alle aziende di sfruttare la potenza dell’AI generativa senza il paradosso di dover rinunciare al controllo delle proprie informazioni.”
Un’architettura di sistema che isola i dati sensibili dell’azienda
La piattaforma modulare offre la possibilità di installazione direttamente sui server interni dell’azienda. Questa scelta progettuale garantisce che i modelli di Intelligenza Artificiale operino senza esporre dati sensibili a fornitori esterni o cloud pubblici. L’approccio risolve una criticità fondamentale per le piccole medie imprese italiane: la tutela dei processi proprietari e la prevenzione della condivisione involontaria di informazioni riservate. Tale flessibilità è essenziale per la conformità normativa, poiché il sistema supporta configurazioni ibride e garantisce la totale aderenza al GDPR, preparando le aziende alle implicazioni del futuro AI Act europeo, con ogni azione degli agenti AI registrata per audit e tracciabilità.
L’AI che parte dai processi
La metodologia OpificioAI si concentra sulla risoluzione di problemi aziendali reali, adottando un approccio pratico che inizia sempre con l’analisi di come l’azienda lavora oggi. L’obiettivo è superare le difficoltà tecnologiche attraverso la creazione di un primo prototipo rapido e l’integrazione graduale nei processi quotidiani, evitando interruzioni.
Questo metodo ha dimostrato di massimizzare l’efficienza, con le aziende che ottengono un risparmio medio del 60-80% del tempo speso nelle attività più ripetitive. La piattaforma introduce sistemi di supporto che vanno dal semplice Assistenti Personalizzati operano come motori di ricerca interni, fornendo risposte immediate basate esclusivamente sui documenti e le policy aziendali. Fino agli Agenti AI, che esegue azioni concrete nei propri sistemi, fino a un server MCP (Model Context Protocol), che permette agli stessi di dialogare con i sistemi aziendali: CRM, ERP, gestionali, database e archivi.
Trasformare la documentazione in intelligenza
Una componente fondamentale della soluzione è la capacità di valorizzare l’intero archivio documentale dell’azienda (come manuali, procedure o email) trasformandolo in una risorsa immediatamente consultabile. Questo sistema cataloga i contenuti in base al loro significato, superando i limiti della semplice ricerca per parole chiave. Utilizzando esclusivamente queste informazioni interne, il sistema garantisce che le risposte fornite dall’AI siano sempre basate su fatti reali e verificabili contenuti nei documenti aziendali. Infine, si collega in modo sicuro ai sistemi gestionali esistenti (come i database, i sistemi di magazzino o i software di relazione con il cliente), permettendo di agire sui dati in tempo reale e supportare le decisioni operative senza compromettere la sicurezza generale.
“Il futuro dell’AI in Italia non dipende dalla potenza dei modelli, ma dalla fiducia che le imprese ripongono negli strumenti. Offrire la piena sovranità sul dato e garantire la tutela delle conoscenze è l’unico modo per sbloccare il potenziale dell’AI nel nostro tessuto economico.” conclude Simonato.


