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    Sei qui:Home»News»Crescita dei dati: come contenere l’aumento dei costi

    Crescita dei dati: come contenere l’aumento dei costi

    By Redazione LineaEDP28/04/20236 Mins Read
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    La crescita dei dati è in media tra il 40 e il 50% ogni anno, facendo sì che le organizzazioni abbiano sempre più bisogno di maggiore spazio di archiviazione. Allo stesso tempo, però, stanno aumentando anche i prezzi dello storage, on-premise e in cloud

    dati IDC-crescita dei dati

    Con una crescita dei dati del 40-50% media annua, le aziende avranno bisogno di maggiore spazio di archiviazione. Allo stesso tempo, i prezzi dello storage, on-premise e in cloud, stanno aumentando. Sulla base del report di Enterprise Strategic Group (ESG), che sottolinea i potenziali benefici derivanti dalla riduzione dello spazio di occupazione dei dati, Albert Zammar, Regional Director SEMEA di Cohesity, illustra le strategie per raggiungere questo obiettivo.

    Diversi fattori stanno contribuendo a rendere più costosa l’archiviazione dei dati. La guerra in Ucraina ha fatto lievitare il prezzo dell’energia, spingendo, tra le altre cose, il tasso di inflazione nei Paesi industrializzati oltre il nove per cento nel 2022, il valore più alto dagli anni Ottanta. Gli analisti del mercato IT globale, come Canalys, prevedono che i fornitori di cloud pubblico, soprattutto in Europa, alzeranno i prezzi di almeno il 30% per poter rientrare degli aumenti dei costi energetici.

    Allo stesso tempo, la crescita dei dati continua rapida ed imperterrita, come evidenziato dal rapporto di ESG. Per ogni TB di dati legati alla produzione, le aziende hanno bisogno di altri quattro TB di spazio di archiviazione per i dati secondari, archiviati per motivi di privacy e per ragioni non strettamente legate alla produzione. Esistono anche altri fattori che fanno presagire un’ulteriore accelerazione di questa crescita. Ad esempio, Shawn Brume, Storage Evangelist di IBM, prevede che la guida autonoma di oltre 48 milioni di veicoli sulle strade statunitensi creeranno 23 exabyte di dati per il deep storage. Questi servizi moderni emergenti genereranno di default enormi quantità di dati che le organizzazioni dovranno archiviare per 20-30 anni prima di trasformarli in informazioni a valore.

    Di conseguenza, le organizzazioni si trovano a dover archiviare una maggiore quantità di dati, dovendo tener conto anche dell’aumento dei costi e dei prezzi delle nuove risorse di archiviazione, come emerso nell’ultimo Producer Price Index del governo statunitense del dicembre 2022. Il prezzo dello storage è aumentato dell’1,1% a dicembre, dopo un aumento del 3,9% a novembre. Sembra quindi che le aziende stiano realmente spendendo di più per archiviare dati in continua crescita

    Se, come previsto da Gartner, quest’anno i budget IT dovessero aumentare in media del 2,4%, i CIO avranno l’urgenza di trovare modi per ridurre i costi, perché l’inflazione supererà la crescita del budget. Allo stesso tempo, è importante non mettere a rischio quanto già realizzato nella direzione di una maggiore digitalizzazione o di un IT agile, nonostante la pressione economica. Questi nuovi servizi, infatti, contribuiranno a generare ulteriori flussi di entrate e supporteranno le organizzazioni nel rispondere in modo innovativo alle richieste dei clienti.

    La rinascita della data reduction

    Albert Zammar, Regional Director SEMEA di Cohesity, delinea alcune opzioni possibili su come i CIO possano affrontare queste sfide: “L’esplosione dei dati è un dato di fatto e dimostra come, oggi, qualsiasi tecnologia a supporto di una riduzione intelligente dei dati sia estremamente rilevante. Con una piattaforma di gestione dei dati dotata di architettura hyperscale, tutti i dati vengono automaticamente compressi mentre gli algoritmi di deduplica individuano strutture di dati ridondanti, che possono essere sostituite con piccoli placeholder”.

    La domanda chiave è quanto queste tecnologie, ampiamente convalidate nella teoria, possano essere effettivamente impiegate nella pratica. Cohesity ha incaricato ESG di valutare gli effetti sul campo di oltre 3.000 suoi clienti.

    Il report di Cohesity Data Cloud Management Platform, dello scorso dicembre, mostra che:

    – l’89% dei 3.000 clienti interpellati ha ottenuto una riduzione dei dati pari o superiore a 96 volte, e molte hanno raggiunto tassi di riduzione significativamente più elevati;

    – il 39% delle aziende intervistate ha dichiarato che il volume dei dati aumentava del 20% o meno ogni anno; il 31% che la crescita annuale era compresa tra il 21 e il 50% e il 28% ha registrato un aumento annuo del volume dei dati di oltre il 50%;

    – oggi, più di tre quarti (77%) delle aziende intervistate operano con almeno tre data center, e quasi due terzi (63%) prevedono di averne almeno sei nei prossimi cinque anni per gestire questo elevato volume di dati e fornire nuovi servizi.

    “La riduzione dei dati può aiutare enormemente le aziende ad archiviare i dati in modo più economico, poiché questi meccanismi riducono automaticamente la quantità di dati secondari in background non appena vengono generati, senza che nessuno debba avviare attivamente il processo”, spiega Zammar. “Gli effetti positivi sono evidenti se si guarda ai costi”. Sebbene l’hardware diventi generalmente più economico, perché i dischi forniscono più spazio di archiviazione per euro, i costi operativi fanno lievitare il prezzo. Secondo un’analisi di Nasuni, l’archiviazione di un TB di dati di file costa 3.351 dollari all’anno. In questo modo, le risorse di storage esistenti vengono preservate e, di conseguenza, gli investimenti in nuove risorse storage possono essere prorogati.

    Sinergie per una maggiore resilienza informatica

    Le organizzazioni dovrebbero consolidare i diversi silos di dati applicativi su un’unica piattaforma centralizzata di gestione dei dati come quella di Cohesity, basata su un file system iperconvergente scalabile. Così facendo, i dati archiviati verranno analizzati automaticamente dalle funzioni di deduplicazione e compressione per ottenere un più alto tasso di riduzione all’interno dell’organizzazione.

    Per proteggere i dati archiviati, la piattaforma porta il modello Zero Trust a un livello successivo, implementando rigide regole di accesso e di multi-factor authentication. Inoltre, la piattaforma esegue automaticamente la crittografia dei dati, sia durante il trasferimento sia nei tempi di inattività, per migliorare ulteriormente la postura di sicurezza nei confronti delle minacce informatiche, come il ransomware. Infine, genera istantanee di backup immutabili, che non possono essere modificate da alcuna applicazione esterna o da utenti non autorizzati.

    Queste istantanee di backup vengono analizzate da algoritmi guidati dall’Intelligenza Artificiale per identificare possibili anomalie che possono essere segnalate a strumenti di automazione della sicurezza di vendor come Cisco o Palo Alto Networks, al fine di esaminare il potenziale incidente in modo più dettagliato.

    In ultimo, ma non per importanza, una moderna piattaforma di gestione dei dati, come quella pensata da Cohesity, fornisce ulteriori evidenze derivanti dall’analisi dei dati grazie alla classificazione integrata. Le organizzazioni possono comprendere meglio i propri rischi di conformità, ottenendo visibilità sui propri “dark data”, che secondo Gartner costituiscono tra il 55% e l’80% dei dati archiviati da un’azienda. In questo modo è possibile prendere decisioni certe e ponderate sui dati che devono essere conservati o eliminati senza alcun rischio.

    Tutti questi effetti sinergici di una moderna piattaforma dati contribuiscono a migliorare la resilienza informatica, ridurre i costi operativi e di archiviazione e ad aiutare le organizzazioni a gestire a lungo termine i crescenti volumi di dati.

    albert zammar Cohesity dati
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