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    È tempo di passare ai database-as-a-service

    By Redazione LineaEDP13/09/20216 Mins Read
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    Lo dice Dominic Maidment (in foto), Technology Architect, TotalEnergies Gas & Power, che ha scelto Nutanix per passare al database-as-a-service

    TotalEnergies ha chiesto la collaborazione di Nutanix per assisterla nel passaggio a una soluzione database-as-a-service (DBaaS) nella convinzione che questa sia la risposta giusta alla gestione della moderna infrastruttura dati.

    Lo spiega in questo articolo Dominic Maidment, Technology Architect, TotalEnergies Gas & Power, secondo il quale le complesse architetture alla base dei database tradizionali stanno frenando le aziende. Non solo perché rallentano l’innovazione, ma anche perché la mancanza di flessibilità e la complessità di questi ambienti spesso tengono in scacco i team IT.

    I driver che definiscono il DBaaS

    Esistono diverse ragioni per cui le aziende hanno bisogno di modernizzare i database e tra i principali driver vi sono i vincoli operativi dei database tradizionali. Consideriamo un’azienda come la nostra che ha più ambienti in cui si sviluppano software e ogni istanza deve interagire con numerosi database e integrarsi con diverse applicazioni middleware. Una richiesta di cambiamento o un aggiornamento comportano un costo considerevole. Inoltre, il tempo necessario per organizzare i cambiamenti nel backend ostacola seriamente la velocità di sviluppo e commercializzazione di un prodotto o servizio.

    Un’altra importante ragione per la quale stiamo velocizzando l’adozione del database-as-a-service, è che vogliamo ottenere il meglio dal nostro personale. Questo è importante per TotalEnergies ed è uno dei motivi principali per cui originariamente siamo migrati a Nutanix HCI per il nostro cloud privato on-premise. Utilizzando moderne tecnologie, basate sulla semplificazione e sull’automazione, è possibile ottimizzare le risorse, usando quelle con le migliori competenze e riducendo il numero di persone necessarie per l’esecuzione di ogni attività.

    Gli amministratori di database (DBA) sono figure con conoscenze molto approfondite e specialistiche. Non fanno sempre parte del team d’infrastruttura, ma si concentrano solo sulla loro principale specializzazione, questo li rende una risorsa costosa. Quindi nessuno vuole che eseguano compiti banali e monotoni come il provisioning di un flusso di lavoro che è un chiaro candidato per l’automazione.

    Questo ci porta al prossimo driver. L’automazione. Se possiamo automatizzare una serie di attività e compiti, allora possiamo dedicare più tempo alle aree che necessitano di maggiore attenzione da parte del team IT. Come la sicurezza, le prestazioni, la produttività e lo sviluppo.

    Trarre il meglio da una situazione scomoda

    Nella nostra azienda, gestiamo più ambienti database che, se non vengono aggiornati e mantenuti correttamente, lasciano aperta una superficie di attacco piuttosto ampia per i dati dei clienti che diventano vulnerabili. Inoltre, ciò che deriva dall’analisi approfondita dei dati è di estremo valore per un’azienda: ecco perché è fondamentale garantire che tutto sia protetto internamente per evitare attacchi dall’esterno.

    Ma mantenere i sistemi aggiornati ed effettuare il provisioning e il refresh dei dati in un flusso di lavoro automatizzato è un processo che richiede tempo e diverse risorse. In questo caso, l’automazione e la flessibilità offerte dal database-as-a-service sono fattori determinanti. Per esempio, il compito di generalizzare i dati, rimuovere tabelle o sottoinsiemi che non si desiderano e poi fornire l’accesso all’ambiente in modo che i dati possano essere abbinati ad altri ambienti di test e sviluppo, potrebbe richiedere fino a due settimane.

    L’automazione fa risparmiare tempo ed elimina la necessità di flussi di lavoro e processi manuali, riducendo drasticamente il potenziale di errore.

    Noi gestiamo ambienti differenti e questa è un’altra ragione per cui l’automazione dei database e la centralizzazione delle operazioni è così attraente. Per esempio, se si dispone di un cluster di produzione on premise e di un cluster cloud su cui si sta effettuando la replica, utilizzando un dominio protetto, diventa interessante riunire tutto in un pannello di controllo centralizzato.

    In marcia verso il database-as-a-service

    Quando TotalEnergies ha preso in considerazione il passaggio al modello DBaaS, sono stati stabiliti obiettivi chiari su ciò che si voleva ottenere dai nostri servizi di database. Desideriamo consolidare le risorse di elaborazione e di storage in due cluster, con i carichi di lavoro di produzione da una parte e quelli di sviluppo dall’altra. Questa separazione ci permetterà di utilizzare i due siti come failover DR (disaster recovery) per i carichi di lavoro di produzione, se necessario.

    L’aspetto decisivo fornito dalla flessibilità derivante da un approccio DBaaS, è la possibilità di avere diverse opzioni. Quindi, se ora vogliamo estendere la flessibilità al cloud o utilizzarla in situazioni di disaster recovery, siamo in grado di farlo. Nel nostro sviluppo e test del business, implementeremo copie di DB a zero-byte in un ambiente definito poiché si tratta di ambienti fortemente integrati.

    È interessante notare che all’interno della nostra architettura, in qualsiasi momento, possiamo avere fino a otto database in esecuzione, tutti collegati con due diversi ambienti o con pacchetti sviluppati su misura per eseguire specifiche procedure. Per creare un ambiente di lavoro non facciamo affidamento su un solo database ma dobbiamo avere queste otto unità tra loro sincronizzate. Significa avere un’elevata gestione.

    In caso di aggiornamenti, refresh o cambiamenti in un ambiente tradizionale, renderete vani gli sforzi dell’intero team di test, cambiando i dati sottostanti. Sono quindi necessari flessibilità e controlli granulari, ovvero in definitiva ciò che il nostro ambiente database-as-a-service ci fornisce: il consolidamento della gestione e la riduzione della complessità nelle fasi di test e sviluppo.

    E infine arriva il meglio

    Ciò che mi entusiasma di più del DBaaS e della modernizzazione dei database è l’automazione dei flussi di lavoro. Non è cosa nuova volere processi ripetibili, ma portarli in un ambiente CICD (Continuous Integration/ Continuous Delivery) o nella toolchain per supportare strumenti di scripting o API on premise o nel cloud per implementare dinamicamente gli ambienti, è un aspetto davvero interessante. È qui che il vostro database inizia a lavorare per voi.

    Quando parliamo di database relazionali nel cloud pubblico dobbiamo sapere che integrano l’automazione tipica del cloud. Essa fornisce un livello di astrazione sufficiente da permettere ai team tecnici di non sprecare il proprio tempo a mettere toppe, ed è per questo che abbiamo scelto Nutanix, perché è proprio quello che ci sta offrendo.

    Man mano che riduciamo la complessità nello svolgimento delle attività IT quotidiane, grazie a soluzioni come quelle DBaaS, inizieremo a beneficiare del valore dei dati. Il mondo si sta preparando a un’esplosione di dati che vengono raccolti da ambienti a contatto con i clienti, come i contact center, e questi dati saranno sempre più analizzati per migliorare il servizio fornito.

    È dunque il momento di cogliere l’opportunità.

    Database as a Service DBaaS Dominic Maidment Nutanix TotalEnergies Gas & Power
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