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    Sei qui:Home»Rubriche»Sicurezza»Settore Manifatturiero: è tempo di investire sulla cyber resilience

    Settore Manifatturiero: è tempo di investire sulla cyber resilience

    By Redazione LineaEDP26/05/20255 Mins Read
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    Samuele Zaniboni di ESET Italia sottolinea l’importanza della cybersecurity in comparti vulnerabili come il settore manifatturiero

    settore-manifatturiero

    Il settore manifatturiero è sempre più sotto attacco dei cybercriminali: basti pensare che per il terzo anno consecutivo è il comparto più colpito a livello globale. In questo articolo di Samuele Zaniboni, Manager of Sales Engineering di ESET Italia, vengono approfondite le vulnerabilità specifiche del settore, il ruolo chiave della leadership nella cyber resilience e le strategie per proteggere anche i sistemi legacy ancora in uso in molte realtà produttive.

    Buona lettura!

    Manifattura e cyber resilience: costruire una cultura della sicurezza a prova di futuro

    Con la crescente digitalizzazione dei processi produttivi e delle supply chain, il settore manifatturiero è diventato uno degli obiettivi principali dei cybercriminali. Per il terzo anno consecutivo, rappresenta il comparto più colpito a livello globale, con il 25,7% degli attacchi e una netta prevalenza di ransomware, coinvolti nel 71% dei casi. Una violazione può bloccare completamente la produzione e innescare un effetto domino lungo l’intera catena del valore. In questo scenario, costruire una cultura della cyber resilience — che integri tecnologie avanzate, consapevolezza diffusa e un approccio prevention-first — è oggi una priorità strategica.

    Comprendere la vulnerabilità del settore manifatturiero

    La digitalizzazione ha connesso strettamente le tecnologie operative (OT) con le infrastrutture IT, ampliando la superficie esposta agli attacchi. Un punto critico è rappresentato dai sistemi legacy ancora operativi in molte aziende, spesso basati su software non più supportati come Windows XP. Questi sistemi, pur essendo centrali per le attività produttive, non possono essere aggiornati facilmente senza interrompere la produzione, con conseguenti perdite economiche e rallentamenti operativi. Questo frena molti investimenti in sicurezza, rendendo le aziende del settore manifatturiero bersagli ideali.

    A questo si aggiunge l’interconnessione estesa con fornitori, distributori e terze parti. La natura collaborativa del settore amplifica il rischio: una singola violazione può estendersi rapidamente e compromettere interi processi produttivi o relazioni commerciali. Rafforzare la cyber resilience significa quindi proteggere non solo sé stessi, ma anche l’ecosistema di cui si fa parte.

    La leadership al centro della sicurezza

    La cyber resilience si fonda su tre pilastri: preparazione, risposta e recupero, con un’attenzione costante alla continuità. Affinché funzioni, è necessario il coinvolgimento diretto del top management. Non basta delegare la sicurezza al reparto IT: serve una strategia aziendale chiara, con risorse dedicate e obiettivi condivisi.

    I leader devono promuovere una cultura in cui la sicurezza è responsabilità di tutti. È fondamentale riconoscere e incentivare i comportamenti virtuosi, diffondere le policy in modo chiaro e coerente, e fare in modo che la cybersecurity sia parte integrante della quotidianità aziendale.

    Tecnologia e fattore umano: una sinergia essenziale

    Strumenti come endpoint security, monitoraggio continuo della rete e piattaforme basate sull’intelligenza artificiale consentono di rilevare comportamenti anomali e reagire rapidamente agli attacchi. Ma la tecnologia, da sola, non è sufficiente.

    I criminali informatici colpiscono spesso sfruttando la componente umana, attraverso tecniche di social engineering come il phishing. Per questo, è essenziale attivare programmi di formazione continui, che includano la gestione delle password, l’identificazione delle minacce e l’uso sicuro delle risorse aziendali, anche nel settore manifatturiero. È altrettanto importante favorire un ambiente in cui i dipendenti possano segnalare attività sospette senza temere conseguenze, contribuendo così attivamente alla sicurezza collettiva.

    Quando tecnologia e consapevolezza lavorano insieme, è possibile costruire una cultura orientata alla prevention-first, capace di anticipare le minacce e agire in modo proattivo, non solo reattivo.

    Un framework di riferimento: il NIST CSF

    Un valido supporto alla cyber resilience è offerto dal NIST Cybersecurity Framework (CSF), che fornisce un approccio strutturato alla gestione del rischio. La nuova versione 2.0 introduce sei funzioni chiave: Identify, Protect, Detect, Respond, Recover e la più recente Govern. Queste aiutano le aziende a valutare i propri livelli di protezione e colmare eventuali lacune.

    Oltre a migliorare la postura di sicurezza, l’adozione di framework riconosciuti consente un allineamento efficace con fornitori e partner. Anche la Direttiva NIS2, applicabile ai comparti critici come il settore manifatturiero, impone l’adozione di pratiche robuste di gestione del rischio e controlli tecnici obbligatori. Aderire a questi standard non solo protegge da attacchi, ma aiuta a evitare cause legali, sanzioni, danni reputazionali o rifiuti nelle coperture assicurative.

    Sistemi legacy: strategie concrete di protezione del settore manifatturiero

    Molti produttori si trovano a dover proteggere sistemi obsoleti ma ancora essenziali. In questi casi, misure come l’air gapping — che isola fisicamente i sistemi critici dalla rete — e la segmentazione della rete — che suddivide l’infrastruttura in zone più sicure — possono ridurre drasticamente l’impatto di un attacco. Sebbene l’air gapping non sia sempre sostenibile in ambienti OT moderni, resta una componente utile se integrata in una strategia più ampia.

    Anche strumenti di monitoraggio e protezione degli endpoint possono contribuire a mitigare i rischi sui sistemi legacy, garantendo visibilità e risposta tempestiva in caso di incidenti.

    La resilienza è un investimento, non un costo

    In un contesto in cui ogni interruzione può generare impatti significativi, la cyber resilience non è più un’opzione, ma una condizione essenziale per restare competitivi. Promuovere all’interno del settore manifatturiero una cultura della sicurezza diffusa, integrare tecnologie intelligenti, adottare un approccio prevention-first e allinearsi a standard riconosciuti consente di affrontare con consapevolezza le minacce attuali e future.

    Resilienza significa tutelare l’operatività, la reputazione e la fiducia dei clienti. Significa costruire un sistema industriale capace di adattarsi e resistere, anche nei momenti più critici. E soprattutto, significa trasformare la cybersecurity in un vantaggio competitivo duraturo.

     di Samuele Zaniboni Manager of Sales Engineering di ESET Italia

    cyber resilienza cybersecurity ESET Italia Manufacturing Samuele Zaniboni
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