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    Dati: 7 aziende italiane su 10 aumenteranno l’uso di soluzioni basate su IA

    By Laura Del Rosario27/10/20235 Mins Read
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    Da un nuovo report Denodo è emerso che tra le maggiori sfide per le aziende ci sono l’automazione della gestione dei dati in ambienti complessi, il rispetto della conformità normativa e la difficoltà nell’accesso ai dati

    cultura dei dati- gestione dei dati

    Denodo, specialista nella gestione dei dati, ha presentato un nuovo studio da cui emerge che il 70% delle aziende italiane ha in programma di aumentare l’adozione di soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale per offrire a utenti ed esperti maggiore facilità di utilizzo dei dati, fondamentale in un contesto di Democrazia dei Dati. Lo studio “The Denodo Data Gap Report 2023” analizza il modo in cui le organizzazioni utilizzano i propri dati, identificando inoltre le sfide e le preferenze in materia di gestione dei dati stessi. Il report si basa su un’indagine condotta tra 500 professionisti dei dati di grandi aziende in Italia, Spagna, Regno Unito, Francia e Germania. L’azienda, la cui offerta in ambito AI/ML si distingue tra le caratteristiche più innovative della Denodo Platform, ha presentato il report durante il Denodo DataFest, un evento che si è svolto il 25 e 26 ottobre a Barcellona e che ha visto la partecipazione di numerosi esperti di dati e clienti provenienti da Europa, Medio Oriente e America Latina.

    Lo studio identifica le principali sfide che le aziende devono affrontare nella gestione dei dati, tra cui l’automazione in ambienti complessi, il rispetto della conformità normativa e la mancanza di personale interno qualificato nell’ambito del data management. In particolare, in Italia le organizzazioni devono anche confrontarsi con la mancanza di accesso tempestivo ai dati e con i rischi legati alla privacy e alla sicurezza.

    dati-Gabriele Obino-Denodo
    Gabriele Obino, Regional VP and GM, Southern Europe and Middle East, di Denodo

    La maggioranza delle grandi aziende europee (71%) concorda sul fatto che i dati acquistano valore solo quando tutto il personale può accedervi facilmente, e quasi la stessa percentuale (69%) afferma che le architetture tradizionali stanno iniziando a perdere rilevanza in un mondo che produce dati sempre più velocemente.

    “Facilitare l’evoluzione da un data fabric fisico a uno logico è alla base della nostra mission. Siamo convinti che non sia più sostenibile perdere tempo a cercare di scoprire dove si trovano i dati, cosa rappresentano e come accedervi: ciò che serve alle aziende è avere a disposizione facilmente e immediatamente tutti i dati di cui hanno bisogno, indipendentemente dalla loro ubicazione, dal formato e da altre complessità tecnologiche, sintattiche e semantiche”, afferma Gabriele Obino, Regional VP and GM, Southern Europe and Middle East, di Denodo.

    Democratizzazione e governance dei dati nelle aziende

    Nell’era della trasformazione data driven, la democratizzazione dei dati consente alle aziende di prendere decisioni accurate, tempestive e basate sui dati disponibili. Tuttavia, si tratta di un processo complesso che interessa tutte le dimensioni dell’organizzazione e che, pertanto, deve essere pianificato in modo equilibrato e coerente.

    In tale contesto, in Italia ben il 76% degli intervistati ritiene che le data platform più efficaci siano quelle che comprendono un catalogo, un menu o una guida di riferimento che consentano a chiunque di comprendere facilmente quali dati sono disponibili e cosa rappresentano.

    La data governance sta assumendo un ruolo molto importante per le aziende di tutto il mondo. In particolare, ben 6 aziende italiane su 10 (60%) ritengono che uno dei principali vantaggi sia quello di poter integrare le informazioni provenienti da fonti multiple in modo più agile, oltre a migliorare la collaborazione tra i team (40%).

    “A fronte della velocità con cui il mondo si muove e i dati vengono generati, le aziende hanno bisogno di un modo nuovo di gestirli, che permetta loro di semplificare le crescenti complessità. Si pensi all’enorme variabilità dei dati, alla loro ubiquità su Internet, ai diversi modi in cui possono essere utilizzati o all’ampliamento della platea di utenti tipico di uno scenario di democratizzazione. Non possiamo più rimandare l’adozione di un nuovo approccio moderno alla gestione dei dati, che mostri agilità, chiarezza, semplicità ed efficienza, e nel cui sviluppo le esigenze degli utenti occupino un posto centrale”, conclude Obino.

    Il percorso delle grandi aziende verso l’innovazione

    Le grandi aziende europee sembrano apprezzare le tecnologie più recenti come l’Intelligenza Artificiale o il Machine Learning, tanto che quasi 8 su 10 (79%) stanno già sfruttando soluzioni basate su IA e ML per supportare la gestione dei dati. Inoltre, il 43% ha intenzione di aumentarne ulteriormente l’utilizzo, mentre il 16% non le usa attualmente ma prevede di implementarle entro i prossimi 6 mesi.

    L’Italia non fa eccezione. Se il 51% delle grandi aziende organizzazioni si affida già a IA e ML e prevede di sfruttarle ancora di più in futuro, un altro 19% che ancora non utilizza tali tecnologie prevede però di integrarle nei prossimi mesi.

    D’altra parte, il successo delle architetture ibride e multi-cloud, pur consentendo da un lato una maggiore efficienza e flessibilità, dall’altro solleva il problema di quale sia il modo migliore per migrare dati e applicazioni su piattaforme diverse. È fondamentale ridurre al minimo l’impatto di tali migrazioni, in modo che i cambiamenti sottostanti non vengano nemmeno percepiti.

    Lo studio evidenzia ad esempio che, durante le migrazioni, il 49% delle aziende italiane sfrutta un ambiente ibrido (on-premise, cloud pubblico e privato) per archiviare i dati, mentre il 28% sfrutta un ambiente multi-cloud.

    Le organizzazioni dei vari Paesi mostrano infine livelli diversi di preoccupazione quando si tratta di replicare i silos di dati esistenti in un ambiente cloud. Tra queste, le aziende francesi sembrano le più preoccupate, tanto che il 78% degli intervistati ha espresso qualche timore al riguardo, seguite dal 66% delle organizzazioni tedesche. Regno Unito e Spagna esprimono livelli di preoccupazione leggermente inferiori, rispettivamente 60% e 56%, mentre le aziende italiane sembrano più fiduciose: meno della metà (45%) si sono dichiarate preoccupate dalla replica dei dati sul cloud.

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    Laura Del Rosario

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