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    La sostenibilità dell’IT è un obiettivo raggiungibile con l’osservabilità

    By Redazione LineaEDP05/09/20255 Mins Read
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    Alois Reitbauer di Dynatrace evidenzia il ruolo dell’osservabilità nel superare i limiti infrastrutturali e integrare la sostenibilità IT nei processi operativi

    sostenibilità

    Oggi la sostenibilità digitale è la priorità per le aziende e, in questo, l’osservabilità emerge come uno strumento strategico per affrontare le inefficienze sistemiche e ridurre l’impatto ambientale. Nell’articolo che seguie, Alois Reitbauer, Chief Strategist di Dynatrace, spiega come la visibilità operativa consenta alle organizzazioni di identificare sprechi, ottimizzare le risorse e trasformare la sostenibilità da obiettivo astratto a priorità misurabile e concreta.

    Buona lettura!

    L’intelligenza artificiale non è la preoccupazione principale per la sostenibilità dell’IT

    Mentre le organizzazioni perseguono la trasformazione digitale confrontandosi con normative sulla sostenibilità sempre più stringenti, l’IA è sotto esame per il suo elevato utilizzo di risorse e le relative emissioni di gas serra. La necessità di grandi quantità di potenza di calcolo per addestrare e successivamente eseguire modelli di grandi dimensioni non può essere ignorata, ma il dibattito più ampio sulla sostenibilità IT si concentra in modo sproporzionato sull’IA, nonostante altri fattori sistemici nell’IT rappresentino un maggiore impatto ambientale.

    La verità è che l’ecosistema IT nel suo complesso è ancora costellato di inefficienze. Server inattivi, brevi cicli di vita dell’hardware e una scarsa visibilità sugli sprechi infrastrutturali sono sfide persistenti che ostacolano le iniziative di sostenibilità. L’IA può essere sotto i riflettori come la tecnologia che attira più attenzione, ma anziché essere la principale responsabile, dovrebbe essere il catalizzatore che guida una più ampia rivalutazione dell’efficienza delle risorse IT.

    L’infrastruttura IT ostacola la sostenibilità

    L’intelligenza artificiale ha messo in luce inefficienze di lunga data e costi infrastrutturali nascosti, un aspetto che le organizzazioni dovrebbero valutare come un catalizzatore per agire, non come una crisi. A livello globale, la vera opportunità risiede nell’ottimizzazione di ciò che già gestiamo.

    Uno dei problemi più trascurati nell’efficienza energetica dei data center è la prevalenza di server inattivi o “zombie”, ovvero macchine che rimangono accese svolgendo poco o nessun lavoro utile. Secondo un rapporto del 2024 del Lawrence Berkeley National Laboratory, anche quando sono inattivi, i server convenzionali possono consumare tra il 27% e il 36% della loro potenza massima. Questi server possono sembrare funzionali, ma non forniscono alcun output di elaborazione significativo, rappresentando una fonte significativa e continua di spreco di energia. Identificare e dismettere questi server sottoutilizzati è ora una priorità fondamentale nella gestione sostenibile dei data center.

    Questo sottoutilizzo comporta un notevole spreco di risorse e contribuisce direttamente alle emissioni di gas serra. Tuttavia, rimane invisibile alla maggior parte delle organizzazioni a causa dei dati isolati e della scarsa consapevolezza operativa. In parole povere, questi server sottoutilizzati equivalgono approssimativamente a un server su due che non necessita di essere prodotto e installato. Significativi vantaggi ambientali e risparmi sui costi possono essere ottenuti riducendo il numero di server in produzione e utilizzando hardware più vecchio ed economico per mantenere i sistemi esistenti. Con la continua crescita dei data center e l’aumento dell’utilizzo, ignorare il problema è semplicemente insostenibile.

    Un’altra preoccupazione di lunga data è la quantità di emissioni di CO₂ causate dalla produzione e dal sottoutilizzo dell’hardware, piuttosto che dal consumo di energia. Studi dimostrano che le emissioni derivanti dalla produzione e dallo smaltimento dell’hardware IT possono rappresentare oltre la metà delle emissioni totali del ciclo di vita, rendendo l’uso prolungato e il riutilizzo un fattore critico negli sforzi di sostenibilità IT. Il ciclo di vita dell’hardware, dall’estrazione delle materie prime, allo smaltimento, è pieno di inefficienze come sistemi non ottimizzati, aggiornamenti non necessari e metodi di smaltimento impropri. Dare priorità all’uso prolungato, alla migrazione al cloud e a procedure di riciclaggio adeguate è necessario per un approccio più ecologico.

    La sostenibilità nell’IT non riguarda la perfezione, ma l’ottimizzazione e l’adattabilità. Sistemi in grado di auto adattarsi per ridurre gli sprechi e rispondere dinamicamente alle mutevoli esigenze sono fondamentali per affrontare le inefficienze strutturali che persistono nell’ecosistema tecnologico.

    Visibilità operativa

    Se le organizzazioni intendono seriamente dare priorità alla sostenibilità, devono andare oltre i miglioramenti ad hoc e adottare sistemi che forniscano informazioni e controllo in tempo reale. È qui che l’osservabilità diventa cruciale.

    L’osservabilità fornisce i dati e il contesto di cui le organizzazioni hanno bisogno per prendere decisioni operative informate e di impatto. Con una visione chiara delle prestazioni dell’infrastruttura, i team possono identificare le risorse sottoutilizzate, ridurre gli sprechi energetici e massimizzare l’utilizzo dell’hardware. Il tutto prolungando la durata di vita dei loro sistemi IT.

    Ad esempio, l’osservabilità può determinare dove l’energia viene consumata inutilmente, consentendo ai team di ridistribuire i carichi di lavoro in modo dinamico ed efficiente. Queste informazioni non solo supportano gli obiettivi di sostenibilità, ma generano anche risparmi sui costi e una migliore resilienza operativa.

    Facilitando la consapevolezza in tempo reale riguardo a prestazioni, utilizzo e inefficienze, l’osservabilità rende tangibili gli sforzi per la sostenibilità. Trasforma gli obiettivi ambientali in risultati misurabili su cui le organizzazioni possono agire.

    Un cambiamento a livello di settore

    I fattori sistemici che ostacolano gli sforzi per la sostenibilità sono un problema che riguarda l’intero settore. Ma una volta che ne hanno visibilità, le organizzazioni sono attrezzate per intraprendere azioni significative. Oppure scelgono consapevolmente di non farlo. E questa scelta comporta non solo costi ambientali, ma anche finanziari e di reputazione.

    L’impatto ambientale dell’IA è reale, ma il primo passo del settore deve essere un cambiamento di mentalità fondamentale: un cambiamento che dia priorità all’ottimizzazione, all’efficienza e alla capacità di rispondere dinamicamente all’evoluzione dei sistemi.

    La sostenibilità è in definitiva una sfida di ingegneria dei sistemi e l’osservabilità è lo strumento che consente alle organizzazioni di affrontarla a testa alta. Fornendo informazioni approfondite e fruibili su dove si verificano gli sprechi, l’osservabilità trasforma la sostenibilità da un obiettivo astratto a una priorità operativa concreta, in particolare quando l’entità dei potenziali risparmi sui costi diventa chiara all’azienda.

    Una volta che le inefficienze sono visibili, le organizzazioni possono agire o ignorarne consapevolmente le conseguenze. Non possiamo correggere ciò che non vediamo. Ma una volta che lo vediamo, ne siamo responsabili. Grazie all’osservabilità, l’IT sostenibile diventa più di un’ambizione: diventa una realtà operativa misurabile.

    di Alois Reitbauer, Chief Strategist, Dynatrace

    Alois Reitbauer Dynatrace osservabilità Sostenibilità sostenibilità in ambito IT
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