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    HPE Container Platform c’è

    By Redazione LineaEDP18/03/20204 Mins Read
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    La nuova soluzione software offre massima liberta nei deployment di applicazioni cloud-native e non-cloud-native basati su Kubernetes

    Hewlett Packard Enterprise ha ufficialmente disponibile HPE Container Platform, soluzione presentata originariamente nel novembre 2019 e realizzata attingendo alle comprovate innovazioni, frutto delle recenti acquisizioni di BlueData e MapR da parte di HPE.

    HPE Container Platform è la prima piattaforma per container di livello enterprise a essere stata progettata per supportare applicazioni cloud-native e non-cloud-native utilizzando al 100% il sistema open source Kubernetes per rendere possibili implementazioni in ambienti bare-metal o su virtual machine (VM), all’interno dei datacenter, su qualsiasi cloud pubblico o all’edge.

    Nello specifico, HPE Container Platform riduce enormemente costi e complessità nell’utilizzo dei container in ambienti bare-metal, lasciando la flessibilità necessaria per poter completare i deployment all’interno di VM o istanze cloud. Ciò permette alle aziende di adottare un approccio cloud o multi-cloud ibrido per il deployment di Kubernetes con sicurezza, prestazioni e affidabilità di livello enterprise.

    Le organizzazioni che ricercano un maggior grado di risparmio, efficienza, utilizzo e performance applicative possono eliminare la necessità della virtualizzazione e le costose licenze degli hypervisor installando i container direttamente sull’infrastruttura bare-metal.

    Ulteriori vantaggi offerti da HPE Container Platform e dai container bare-metal comprendono:

    • Velocità. Implementare e far girare applicazioni containerizzate su bare-metal è più rapido. Non occorre avviare il sistema operativo (OS) guest della VM con tutto il suo processo di boot; questo velocizza sviluppo, operazioni e time-to-market.
    • Riduzione di costi e risorse. Dal momento che ciascuna VM possiede il proprio OS guest, eliminarle riduce le risorse impegnate in termini di RAM, storage e CPU – nonché i costi di data center ad esse associate – che servono per farle funzionare.
    • Eliminazione del layer di orchestrazione. Non occorre dotarsi di un framework di gestione per l’ambiente virtualizzato, né di un ambiente di orchestrazione Kubernetes per i container.
    • Maggior densità sulla piattaforma hardware. Su uno specifico host fisico può girare un numero superiore di container rispetto a quello delle VM, eliminando le molteplici copie degli OS guest e dei relativi requisiti di CPU, memoria e storage.
    • Superiori prestazioni per le applicazioni che richiedono accesso diretto all’hardware. I workload delle applicazioni di analytics e intelligenza artificiale (AI) basati su algoritmi di machine learning (ML) richiedono calcoli intensivi per addestrare i modelli ML; queste applicazioni raggiungono risultati più rapidi e un throughput maggiore girando su bare-metal.

    Come riferito in una nota ufficiale da Kumar Sreekanti, senior vice president e chief technology officer of Hybrid IT di HPE: «La prossima fase dell’adozione dei container negli ambienti enterprise richiede innovazioni rivoluzionarie e un approccio inedito. Il nostro software HPE Container Platform fornisce agilità e velocità per accelerare lo sviluppo applicativo con Kubernetes su vasta scala. Facendo girare i container su bare-metal i clienti ottengono una superiore efficienza in termini di costi e, allo stesso tempo, la flessibilità per potersi appoggiare tanto alle VM quanto a un ambiente cloud. Stiamo mettendo a frutto le innovazioni provenienti dalla comunità open source di Kubernetes insieme con le nostre innovazioni software nelle aree della multi-tenancy, della sicurezza e del data storage persistente per i container».

    Un impegno a favore dell’open source

    HPE è attivamente impegnata all’interno della Cloud Native Computing Foundation e della comunità Kubernetes con progetti open source come KubeDirector.

    Componente chiave di HPE Container Platform, KubeDirector fornisce la capacità di far girare applicazioni monolitiche non-cloud-native su Kubernetes. La recente acquisizione di Scytale – azienda specializzata nella sicurezza cloud-native – da parte di HPE ne sottolinea l’impegno a favore dell’ecosistema open source insieme con i continui contributi forniti a progetti come Secure Production Identity Framework for Everyone (SPIFFE) e SPIFFE Runtime Environment (SPIRE).

    Reference design per casistiche d’utilizzo specifiche

    Il software affronta in particolare i requisiti dei deployment di containerizzazione enterprise in una vasta gamma di casistiche d’utilizzo, compresi i workload che richiedono flussi intensivi di dati come AI, machine learning, deep learning (DL), data analytics, edge computing e Internet of Things (IoT).

    HPE è impegnata ad allineare il proprio portafoglio di prodotti e servizi per l’IT ibrido allo scopo di supportare queste categorie di utilizzo e rafforzare le capacità di HPE Container Platform.

    Da qui la proposta anche di nuovi servizi professionali, che offrono un time-to-value più veloce e diverse nuove reference architecture per workload applicativi a uso intensivo di dati come AI, machine learning, deep learning (DL), data analytics, edge computing e Internet of Things (IoT).

    In particolare, HPE Pointnext Services fornisce servizi consultivi, di deployment, di formazione e di supporto per la containerizzazione. I nuovi servizi per il design, l’implementazione e l’operatività di HPE Container Platform aiuteranno i clienti ad accelerare le proprie strategie di containerizzazione, eliminare i rischi dall’adozione dei container su scala enterprise, e assicurare un più rapido time-to-production.

    ambienti bare-metal applicazioni cloud native container Hewlett Packard Enterprise HPE Container Platform Kubernetes non-cloud-native
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