Google Cloud ha pubblicato il DORA Report 2025, la sua ricerca annuale sulle tendenze che stanno plasmando lo sviluppo software moderno. Nel report State of AI-assisted Software Development sono stati intervistati quasi 5.000 professionisti che operano in ambito tecnologico a livello globale, ricevendo conferma di ciò che tutti sospettavamo: il modo in cui viene sviluppato il software è profondamente cambiato.
Il programma di ricerca DORA di Google Cloud studia da oltre un decennio le capacità, le prassi e i parametri delle organizzazioni e dei team tecnologici ad alte prestazioni. La ricerca del 2025 evidenzia come l’AI non sia più una novità, ma uno strumento ormai quasi imprescindibile per molti sviluppatori.
Sviluppo software e AI: adozione di massa e notevoli guadagni di produttività
Il report di quest’anno rivela un dato significativo: l’adozione dell’AI tra i professionisti dello sviluppo software ha raggiunto il 90%, con un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Questi professionisti – dagli sviluppatori ai product manager – hanno ormai integrato l’AI nei propri flussi di lavoro principali, dedicando in media due ore al giorno al suo utilizzo.
Una maggioranza significativa (65%) degli intervistati dichiara di fare forte affidamento sull’AI per lo sviluppo software, con il 37% che riferisce un utilizzo “moderato”, il 20% di utilizzarla “molto” e l’8% “moltissimo”.
Questi dati indicano una forte adozione e un utilizzo consolidato dall’AI nel settore, e i vantaggi per chi utilizza questi strumenti emergono chiaramente dalla ricerca di quest’anno:
- Notevoli guadagni di produttività: oltre l’80% degli intervistati afferma che l’AI ha migliorato la propria produttività.
- Qualità del codice migliorata: la maggioranza (59%) segnala un impatto positivo dell’AI sulla qualità del codice.
Un paradosso tra fiducia e produttività
Nonostante l’ampia adozione e i benefici percepiti, alcuni professionisti rimangono cauti nell’uso dell’AI. Il report svela un sorprendente “paradosso della fiducia”: mentre il 24% degli intervistati dichiari di fidarsi “moltissimo” (4%) o “molto” (20%) dell’AI, il 30% afferma di fidarsi “poco” (23%) o “per nulla” (7%). Questo dato suggerisce che molti intervistati trovano gli output dell’AI utili e di valore, pur senza riporre in essi una fiducia completa. Potrebbe anche significare che l’AI viene incorporata nei flussi di lavoro come strumento di supporto per aumentare produttività ed efficienza, più che come sostituto del giudizio umano.
Se da un lato l’AI sta potenziando le performance individuali, dall’altro l’impatto sulle organizzazioni è più complesso. La ricerca mostra che l’adozione dell’AI è oggi collegata a un aumento del throughput di rilascio del software: i team pubblicano più applicazioni e aggiornamenti, segnando un’inversione di tendenza positiva rispetto ai risultati dello scorso anno. Resta però la sfida costante di garantire che il software funzioni come previsto prima di arrivare agli utenti finali.
Riflessioni sulle modalità di lavoro dei team
La ricerca di quest’anno evidenzia anche come l’AI possa agire da “specchio e moltiplicatore”. Nelle organizzazioni coese, l’AI amplifica l’efficienza; in quelle frammentate, ne mette in luce le debolezze.
Per comprendere meglio queste dinamiche, il report supera le metriche di performance e individua sette archetipi di team distinti, offrendo una visione più approfondita e umana di ciò che determina il successo nell’adozione dell’AI. Questi profili – che spaziano dagli “Harmonious high-achievers” ai team bloccati in un “Legacy bottleneck” – forniscono una narrazione più ricca, utile per capire l’interazione tra performance, benessere e ambiente di lavoro.
Per le organizzazioni pronte ad adottare l’IA, i nuovi strumenti rappresentano un’opportunità per evolvere i processi di lavoro, permettendo loro di beneficiare sia dell’aumento di produttività sia della trasformazione che ne consegue.
Un modello guida per portare l’AI in azienda
L’adozione dell’AI da sola non basta a garantire il successo. Per questo motivo, quest’anno presentiamo anche un nuovo modello con sette capacità essenziali per amplificare l’impatto dell’AI. Il DORA AI Capabilities Model, basato su una ricerca approfondita, identifica una combinazione di fattori tecnici e culturali fondamentali per il successo.
Il messaggio chiave è chiaro: l’AI è uno strumento trasformativo per gli sviluppatori, ma per esprimerne appieno il potenziale serve più della semplice adozione. Le organizzazioni devono evolvere la propria cultura, i processi e i sistemi per supportare una nuova era dello sviluppo software.