La trasformazione digitale nel settore manifatturiero ha significativamente migliorato la resilienza produttiva, semplificato i processi operativi e generato livelli di efficienza un tempo impensabili. Tuttavia, l’aumento della connettività in ambienti complessi e cyber-fisici ha ampliato la superficie di attacco, incrementando il rischio di incidenti informatici in grado di causare gravi interruzioni produttive. Per questo motivo, potenziare la resilienza operativa è oggi più che mai essenziale per garantire la continuità del business, la sicurezza delle persone e la protezione degli asset critici da minacce sia fisiche che informatiche.
Mantenere e proteggere la resilienza produttiva è possibile grazie all’integrazione tra gestione degli asset e cybersecurity, con un approccio mirato ai sistemi cyber-fisici (CPS), che comprendono OT, IoT, IoMT e IT. In un contesto in cui IT e OT convergono sempre più, affrontare le sfide attuali diventa indispensabile per cogliere appieno i vantaggi e il valore strategico della trasformazione digitale e della resilienza operativa.
Cosa si intende per resilienza produttiva?
Per resilienza produttiva si intende la capacità di mantenere elevati livelli di produttività ed efficienza, riducendo al minimo i tempi di inattività. Un fattore chiave per rafforzare questa resilienza è l’efficacia operativa delle apparecchiature, che devono funzionare correttamente così da evitare fermi non pianificati. Una manutenzione preventiva costante, unita a interventi tempestivi in caso di guasto, è fondamentale per le aziende che desiderano salvaguardare gli interessi economici, ridurre i rischi e assicurare la continuità dei processi produttivi.
Tuttavia, l’efficacia delle apparecchiature non si limita alla sola manutenzione fisica, ma anche quella digitale: difendere i dispositivi dai rischi informatici, infatti, è essenziale per prevenire interruzioni non programmate causate da attacchi cyber. L’implementazione di solide misure di cybersicurezza per i sistemi cyber-fisici (CPS) è cruciale per mantenere la resilienza produttiva, in quanto contribuisce a preservare alti livelli di sicurezza, prevenire incidenti e proteggere la redditività aziendale, anche in considerazione dei costi sempre più elevati associati ai fermi imprevisti.
Nei settori ad alta intensità di asset, come Automotive o Oil&Gas, è indispensabile adottare solide strategie di difesa per i CPS, affiancate da pratiche efficaci di gestione e manutenzione degli asset. Solo così è possibile garantire l’efficienza degli impianti e la continuità della produzione a lungo termine.
Principali sfide nella gestione della produzione OT e dei Sistemi CPS
Implementare una strategia completa per la protezione dei sistemi cyber-fisici (CPS) non è un’operazione immediata. Le aziende devono, infatti, confrontarsi con diverse sfide nel tentativo di mantenere efficiente la produzione OT, assicurando al contempo la sicurezza dei CPS.
Una delle principali criticità è rappresentata dalla mancanza di un inventario completo degli asset OT. Senza un censimento accurato di tutte le risorse presenti nell’ambiente produttivo, non è possibile garantire la sicurezza di ciascun dispositivo: non si può proteggere ciò che non si conosce.
Un’altra fonte di rischio è rappresentata dalle esposizioni e dai punti ciechi della rete, che possono diventare vere e proprie porte d’ingresso per i criminali. Secondo i report Global State of CPS Security di Claroty, il 49% delle organizzazioni CPS ha subito interruzioni di produzione superiori alle 12 ore a causa di attacchi informatici, e il 67% ha riportato perdite finanziarie pari ad almeno 100.000 dollari. Mappare gli asset vulnerabili e individuare le aree non monitorate della rete è indispensabile per prevenire i rischi e ridurre la superficie di attacco. Senza una visibilità completa e strumenti efficaci per identificare, classificare e correggere le esposizioni, aumenta drasticamente il rischio di costosi fermi impianto.
Infine, le lacune nelle capacità di rilevamento delle minacce e nelle operazioni di sicurezza (SecOps) possono lasciare l’organizzazione scoperta di fronte ai rischi in evoluzione. Per questo è fondamentale adottare un monitoraggio continuo e proattivo, in grado di intercettare le minacce in tempo reale e proteggere gli asset più critici dell’azienda.
Il valore dell’Integrazione tra gestione degli asset e cybersecurity
Raggiungere la resilienza produttiva richiede un’integrazione sinergica tra gestione degli asset e cybersecurity applicata ai sistemi cyber-fisici (CPS). Di fatto, la gestione degli asset rappresenta il primo passo per garantire una protezione efficace: senza un inventario preciso e aggiornato, non è possibile implementare in modo efficiente strategie di gestione delle esposizioni, rilevamento delle minacce e operazioni di sicurezza (SecOps).
Conoscere nel dettaglio ogni asset connesso alla rete, compresi marca, modello, sistema operativo e funzione, è fondamentale per proteggerlo adeguatamente e prevenire i rischi che possono compromettere l’infrastruttura.
Il valore aziendale derivante da una gestione integrata e consapevole degli asset, unita a una solida strategia di cybersecurity, non può quindi essere sottovalutato. Un inventario completo e aggiornato consente di implementare una manutenzione predittiva efficace, individuare in anticipo possibili guasti e garantire la continuità delle operazioni grazie a misure di sicurezza adeguate.
Una manutenzione ben strutturata contribuisce anche a prolungare la vita utile delle infrastrutture critiche, assicurando continuità operativa durante fasi di transizione tecnologica e consentendo una gestione efficace delle minacce contemporanee. Infine, la sicurezza sul lavoro deve restare una priorità assoluta: una risposta rapida agli incidenti e processi di recovery efficienti permettono non solo di proteggere la reputazione aziendale, ma soprattutto di salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori.