Ogni anno, milioni di automobilisti italiani si trovano di fronte a una situazione apparentemente inspiegabile: il premio della propria assicurazione auto aumenta, anche in assenza di incidenti. Una sorpresa tutt’altro che rara, che suscita domande legittime: c’è qualche errore? Perché accade? E soprattutto, cosa si può fare per limitare questi aumenti?
La questione è tutt’altro che banale, e coinvolge dinamiche economiche, legali e di mercato che spesso sfuggono all’utente medio. Capire come funzionano i meccanismi dietro agli aumenti delle polizze è importante, perché permette di tutelarsi da rincari troppo onerosi. Questa maggiore comprensione del settore, può aiutare molto anche nello sfruttare appieno altri strumenti tesi al risparmio, come ad esempio il confronto dei prezzi delle varie polizze praticato dai vari comparatori sul mercato.
Ma al di là dei dati quantitativi, oggi vogliamo indagare su quelli qualitativi, quindi spiegare perché, talvolta, anche con un comportamento eccellente alla guida, il premio annuale dell’RC aumenta.
Perché l’assicurazione può aumentare anche senza sinistri
È legale che una compagnia assicurativa aumenti il costo della polizza anche in assenza di incidenti? La risposta è sì. La spiegazione risiede nel fatto per cui il premio non dipende solo dal comportamento del singolo assicurato, ma anche da fattori esterni come l’aumento del costo dei materiali (acciaio, plastica, elettronica) utilizzati per le riparazioni, l’incremento degli indennizzi per danni fisici, aggiornati periodicamente dalle tabelle dei tribunali (Milano e Roma) ed il costo crescente delle spese legali e peritali.
In genere contribuiscono anche l’aumento generale della sinistrosità in determinate zone, così come la zona di residenza e la classe di merito dell’assicurato. Quindi anche se il sistema bonus-malus premia i conducenti virtuosi, il premio finale può comunque aumentare per effetto di queste variabili indipendenti dal comportamento individuale.
Il contesto: inflazione, rincari e mercato assicurativo
Negli ultimi due anni, l’inflazione ha avuto un impatto enorme sul settore assicurativo. Secondo uno studio pubblicato da IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni), tra il 2021 e il 2024 i premi RC auto sono cresciuti in media del +12,6% in Italia, con punte più alte per alcune fasce demografiche (come gli under 25) e aree geografiche (Centro Italia in testa).
A questa tendenza hanno contribuito il rincaro dei sinistri legati alla tecnologia sempre più complessa dei veicoli (sensori, radar, ADAS), l’aumento delle truffe assicurative in alcune province e, infine, la necessità, per le compagnie, di mantenere un fondo disponibile per risarcire tempestivamente.
In aggiunta, la combinazione tra maggiori costi dei risarcimenti (materiali, manodopera, danni fisici) e personalizzazione sempre più raffinata dei premi rende inevitabile una rivalutazione annuale, anche in assenza di sinistri. Il che può tradursi, spesso, in un aggravio nelle tasche degli automobilisti diligenti.
Come difendersi dagli aumenti?
La buona notizia è che esistono strumenti e strategie per contrastare l’aumento dei costi assicurativi.
Tra i primi passi da compiere c’è la buona pratica di confrontare le offerte delle diverse compagnie periodicamente, in modo da intercettare le soluzioni più vantaggiose a parità di garanzie.
A seguire, bisognerebbe sempre imparare a sfruttare le convenzioni, esistenti ad oggi per categorie professionali, associazioni o enti o situazioni familiari (Legge Bersani), perché possono offrire sconti e riduzioni da non sottovalutare.
Nell’acquisto della polizza, è bene valutare le garanzie accessorie senza farsi prendere dalla frenesia dello shopping. In particolare, è bene puntare ad eliminare le coperture superflue e ragionare sempre in termini di protezione in base alla zona in cui si vive.
Nei pacchetti più recenti è spesso disponibile la scatola nera, utile per ottenere bonus e sconti sul premio ma anche per ottenere un monitoraggio alla guida più sicuro in caso di sinistro.