• BitMAT
  • BitMATv
  • Top Trade
  • Linea EDP
  • Itis Magazine
  • Industry 5.0
  • Sanità Digitale
  • ReStart in Green
  • Contattaci
Close Menu
LineaEDPLineaEDP
    Facebook X (Twitter) Vimeo Instagram LinkedIn RSS
    Trending
    • Customer Data Platform: crescita record nel 2024 (+13%)
    • Il settore automotive è e sarà sempre più AI-oriented
    • Protect AI farà presto parte di Palo Alto Network
    • Attacchi informatici: sicurezza nazionale compromessa dagli APT
    • Il Print Management secondo Brother
    • SAS Viya si aggiorna per una produttività senza precedenti
    • Infrastrutture e workload: come riconfigurarli a causa dell’impatto dell’AI?
    • Nutanix e Pure Storage creano una nuova soluzione integrata
    Facebook X (Twitter) Vimeo Instagram LinkedIn RSS
    LineaEDPLineaEDP
    • Cio
    • Cloud
    • Mercato
    • News
    • Tecnologia
    • Case History
    • Report
    • Sicurezza
    • IOT
    LineaEDPLineaEDP
    Sei qui:Home»News»Protezione dei dati: la responsabilità di chi è?

    Protezione dei dati: la responsabilità di chi è?

    By Redazione LineaEDP19/05/20225 Mins Read
    Facebook Twitter LinkedIn Reddit Telegram WhatsApp Email

    Vincenzo Costantino, Sr Director, Sales Engineering EMEA Western and Israel di Commvault, torna sul tema della protezione dei dati consapevole

    protezione dati

    CommvaultPer evitare potenziali e pericolosi impatti su business e produttività, Vincenzo Costantino (nella foto), Senior Director, Sales Engineering EMEA Western and Israel di Commvault, torna a sottolineare l’importanza della consapevolezza della protezione dei dati. Lo fa nell’articolo che vi proponiamo qui di seguito.
    Buona lettura.

    Negli ultimi 24 mesi, la pandemia ha costretto molti di noi a operare fuori ufficio. I governi di tutto il mondo ci hanno incoraggiato a lavorare da casa, ovunque fosse possibile. Con l’allentamento delle restrizioni in molti stati, il lavoro ibrido sembra destinato a diventare la normalità post-COVID. Anche IDC è d’accordo, prevedendo che entro il 2023 il 60% dei dati sarà generato da chi lavora da casa.

    Ma se già il lavoro da remoto durante la pandemia non è stato privo di rischi, i piani per un modello ibrido a lungo termine necessitano di un’attenta valutazione per non dare ai criminali informatici un facile accesso ai sistemi aziendali. Durante la pandemia, infatti, gli attacchi sono aumentati, i ransomware addirittura del 485% tra il 2019 e il 2020.

    Perché tutto questo? Con cinema, negozi, palestre, praticamente ogni attività di svago chiusi – si aveva generalmente più tempo libero e, di conseguenza, si passava più tempo online.

    La tempesta perfetta

    I cyberattacchi sono aumentati anche perché molti lavoratori hanno modificato le impostazioni di firewall e i punti di accesso per connettersi ai sistemi aziendali Software-as-a-Service (SaaS) dalle loro abitazioni – da Office365 a soluzioni di call center remoto e software specializzati per contabilità, gestione della supply chain e delle buste paga.

    La rapida adozione di soluzioni SaaS ha permesso alle aziende di rispondere rapidamente alle necessità del lavoro da remoto. Non c’è dubbio che la rapidità offerta abbia salvato posti di lavoro, protetto le aziende dal collasso e giocato un ruolo essenziale nell’aiutare i dipendenti a rispettare lockdown e distanziamento sociale. L’economia globale sarebbe in una situazione molto diversa oggi se non fossero esistite queste soluzioni.

    Tutto questo ha significato anche che, per la prima volta, la maggior parte dei dati veniva prodotta al di fuori del firewall aziendale e non veniva più salvata su hardware fisico on-premises. Questo ha portato a un’impennata degli attacchi ransomware – non solo a sistemi IT aziendali, ma rivolti proprio alle applicazioni basate su SaaS che supportavano i lavoratori durante la pandemia.

    Nonostante la generale sicurezza di queste applicazioni, gli hacker hanno trovato modi sempre più ingegnosi per ottenere l’accesso attraverso il sistema operativo compromesso di un utente. Questo ha permesso loro di attaccare gli stessi servizi cloud. Per questo, gli utenti di soluzioni SaaS ora devono essere sempre più vigili, e seguire le migliori pratiche IT e di sicurezza – tra cui cambiare regolarmente le password, non memorizzare elenchi di password non crittografate e mantenere aggiornato il software antivirus.

    Nonostante lavorino essi stessi da remoto, i team IT hanno un ruolo costante nel garantire che i dipendenti non smettano di seguire le policy aziendali di sicurezza. È importante ricordare che l’adozione di SaaS non permette, purtroppo, di allentare la postura di cybersecurity.

    Chi è responsabile della protezione dei dati?

    Tuttavia, le sfide sono molto più complesse. Molte aziende hanno dato per scontato che, avendo migrato verso applicazioni SaaS, non dovessero preoccuparsi di fare il backup dei dati con la stessa attenzione che avrebbero posto con applicazioni on-premises più tradizionali. C’era – e in certa misura tende ancora a esserci – l’assunzione che i provider SaaS siano interamente responsabili della cura dei dati generati dalle loro applicazioni.

    I fornitori SaaS sono responsabili solo della disponibilità dei dati e non del loro ripristino, quindi, se sotto il loro controllo si verifica un attacco ransomware e i dati vengono cancellati, non saranno responsabili del loro recupero. Alcuni cloud provider – come Microsoft e AWS – hanno un modello di responsabilità condivisa: si assumono la responsabilità di alcuni dati, ma gli utenti devono farsi carico del resto.

    Per queste ragioni, un sistema completo di protezione dei dati e di disaster recovery è ancora più importante. I dati archiviati sulle piattaforme SaaS devono essere allineati agli SLA di backup e recovery delle informazioni esistenti all’interno delle aziende che li hanno implementati. Gli attacchi ransomware possono bloccare l’accesso ai dati o addirittura cancellarli completamente. Quindi, è fondamentale che le aziende che utilizzano soluzioni basate su SaaS eseguano il backup dei dati indipendentemente dai service provider di riferimento, in linea con la policy aziendale.

    In altre parole, l’adozione di soluzioni SaaS non deve portare le aziende verso un approccio più rilassato al disaster recovery. Infatti, la potenziale complessità del SaaS – specialmente se su differenti ambienti cloud e con una grande quantità di lavoratori remoti– comporta l’importanza di avere una strategia di DR solida, testata e aggiornata regolarmente. Questo assicurerà che le aziende possano continuare a beneficiare della facilità di implementazione promessa dalle soluzioni SaaS senza temere la minaccia sempre crescente del ransomware.

     

    CommVault Data Protection protezione dei dati Vincenzo Costantino
    Share. Facebook Twitter LinkedIn Reddit Telegram WhatsApp Email
    Redazione LineaEDP
    • Facebook
    • X (Twitter)

    LineaEDP è parte di BitMAT Edizioni, una casa editrice che ha sede a Milano con copertura a 360° per quanto riguarda la comunicazione rivolta agli specialisti dell'lnformation & Communication Technology.

    Correlati

    Customer Data Platform: crescita record nel 2024 (+13%)

    09/05/2025

    Il settore automotive è e sarà sempre più AI-oriented

    09/05/2025

    Il Print Management secondo Brother

    09/05/2025
    Newsletter

    Iscriviti alla Newsletter per ricevere gli aggiornamenti dai portali di BitMAT Edizioni.

    Security Words

    INFRASTRUTTURA APPLICATIVA: PROTEGGIAMOLA

    29/01/2024

    PASSWORD E STRATEGIA

    29/01/2024
    BitMATv – I video di BitMAT
    Transizione 5.0: vuoi il 45% sui software?
    Stormshield: Zero Trust pilastro della security aziendale
    RENTRI: regole pratiche per uscirne vivi
    Vertiv: come evolve il mondo dei data center
    2VS1 incontra GCI: focus sulle competenze
    Defence Tech

    Attacchi informatici: sicurezza nazionale compromessa dagli APT

    09/05/2025

    TheWizards: il gruppo APT che colpisce Asia e Medio Oriente

    08/05/2025

    Resilienza Produttiva: come rafforzarla?

    07/05/2025

    IA e rischi cyber: gli attacchi si fanno più mirati e sofisticati

    07/05/2025
    Report

    L’AI irrompe nel manufacturing

    02/05/2025

    L’AI è il futuro, ma senza dati rimane solo una promessa

    02/05/2025

    IBM X-Force Threat Index 2025: vecchi e nuovi trend delle minacce cyber

    18/04/2025

    Intelligenza Artificiale e GenAI: adozione in crescita nel 2024

    10/04/2025
    Rete BitMAT
    • Bitmat
    • BitMATv
    • Top Trade
    • LineaEdp
    • ItisMagazine
    • Speciale Sicurezza
    • Industry 4.0
    • Sanità Digitale
    • Redazione
    • Contattaci
    NAVIGAZIONE
    • Cio
    • Cloud
    • Mercato
    • News
    • Tecnologia
    • Case History
    • Report
    • Sicurezza
    • IOT
    Chi Siamo
    Chi Siamo

    BitMAT Edizioni è una casa editrice che ha sede a Milano con una copertura a 360° per quanto riguarda la comunicazione online ed offline rivolta agli specialisti dell'lnformation & Communication Technology.

    Facebook X (Twitter) Instagram Vimeo LinkedIn RSS
    • Contattaci
    • Cookies Policy
    • Privacy Policy
    • Redazione
    © 2012 - 2025 BitMAT Edizioni - P.Iva 09091900960 - tutti i diritti riservati - Iscrizione al tribunale di Milano n° 293 del 28-11-2018 - Testata giornalistica iscritta al ROC

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.