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    Il digitale? Ha raggiunto il punto di non ritorno

    By Redazione LineaEDP26/07/20226 Mins Read
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    Per Sammy Zoghlami, Senior Vice President, Nutanix, tradurre gli investimenti nel digitale in ricavi è una priorità per le aziende

    Il digitale ha raggiunto il punto di non ritorno. Per questo motivo, i CIO, di concerto con i colleghi dei vertici aziendali, devono garantire che la trasformazione digitale permetta all’azienda di svilupparsi e crescere. Questo significa concentrarsi sulla creazione dei processi, della cultura e delle piattaforme idonee a generare valore sul lungo periodo.

    Secondo una ricerca condotta da IDC per conto di Nutanix, che raccoglie le opinioni dei leader IT e aziendali di tutto il mondo, nel 2022, oltre la metà dell’economia globale sarà basata su soluzioni digitali o ne sarà influenzata.

    La transizione al digitale è stata accelerata dagli eventi degli ultimi due anni, e le aziende hanno intensificato i loro investimenti in risposta alla pandemia, il cui inizio ha velocizzato il ritmo con cui hanno investito e implementato soluzioni in tal senso.

    Le soluzioni basate sul cloud sono state implementate nell’arco di pochi giorni invece di mesi e anni. Il risultato? I lavoratori sono rimasti connessi e hanno continuato a collaborare attraverso i canali video. Gli alunni delle scuole e gli studenti universitari hanno proseguito il percorso di studi tramite le piattaforme di insegnamento online. Le aziende hanno continuato a servire i clienti da remoto grazie a strumenti di e-commerce potenziati.

    Questo rapido cambiamento basato sul cloud ha trasformato per sempre la percezione dei dipartimenti IT. Questi ultimi sono finalmente visti come un elemento abilitante del cambiamento. Ora la dirigenza vuole di più, e questo significa che i CIO dovranno gestire una serie di richieste in ambito digitale provenienti da tutta l’azienda.

    Continuare il processo di trasformazione

    IDC dichiara che il 90% delle aziende europee riconosce l’imprescindibilità di implementare una strategia digital-first, termine definito dall’analista come la mentalità con cui i vertici aziendali, la cosiddetta C-suite, usano le tecnologie digitali come motore principale per superare le sfide e raggiungere gli obiettivi aziendali.

    Oggi l’84% dei leader IT europei è alle prese con la necessità di implementare strategie di trasformazione digitale. Tuttavia, realizzare un’ulteriore trasformazione digitale – in particolare in relazione alla creazione di nuovi modelli di business – non è semplice.

    Sebbene quasi due terzi (64%) delle aziende europee dichiarino di aver adottato una strategia digitale globale, solo il 3% afferma che tale strategia abbia portato nuovi flussi di guadagno. Inoltre, due terzi (65%) delle aziende europee ritengono sia difficile sfruttare dati e software per generare nuovi ricavi e modelli di business.

    Il successo nasce da un’unica forma di pensiero, dove l’IT e il resto dell’azienda lavorano fianco a fianco per sviluppare roadmap digitali. In queste realtà, tutte le parti operano di concerto per identificare gli obiettivi della trasformazione digitale. Vengono poi misurati regolarmente i dati relativi ai casi d’uso con l’obiettivo di generare valore in tempi brevi.

    La teoria del processo è fantastica, ma la realizzazione pratica di questi approcci congiunti è una vera e propria sfida. IDC suggerisce che le principali barriere al successo della trasformazione digitale non sono legate alla tecnologia, ma alla creazione di una giusta cultura aziendale e a componenti come la leadership, il personale e le competenze.

    Per assicurare i risultati attesi dai vertici aziendali, i CIO devono lavorare con i loro colleghi del business per stabilire il giusto approccio. IDC sostiene che le aziende che cercano di stabilire una leadership digitale su larga scala dovranno padroneggiare quelli che definisce i tratti del “futuro della cultura”, come l’empatia, la responsabilizzazione, l’innovazione e la centralità dei dati del cliente.

    Le aziende che si concentrano sullo sviluppo di una cultura interna troveranno più facile raggiungere un’ulteriore trasformazione digitale. Per questo le realtà aziendali dovrebbero cercare di analizzare e studiare l’innovazione come se fosse un’entità unica e congiunta. Tale cooperazione consentirà alle imprese di rispondere ai cambiamenti del mercato in modo estremamente rapido.

    IDC suggerisce che i vertici aziendali dovrebbero cooperare in tre aree chiave per creare la cultura digitale necessaria, utilizzando il cloud come abilitatore per tutti e tre i flussi, ovvero l’economia del valore, l’innovazione basata sui dati e l’ambiente di lavoro del futuro. Esaminiamo quindi ciascuna di queste aree e osserviamo come verrà utilizzato il cloud.

    Creare una cultura digitale

    L’economia del valore è l’equilibrio tra gli investimenti volti alla riduzione dei costi e quelli per le tecnologie in grado di generare ricavi. IDC ritiene il cloud un elemento cruciale per la creazione di nuovo valore. La metà delle aziende europee sostiene che ulteriori investimenti in infrastrutture gestite contribuiranno a fornire un valore digitale superiore in aree chiave come il coinvolgimento dei clienti e la produttività dei dipendenti.

    Nel momento in cui si intraprende un percorso di espansione verso il cloud, IDC ritiene che le aziende debbano considerare la gestione della dispersione del cloud (cloud sprawl). Le aziende lungimiranti si affideranno a un’offerta che offra flessibilità, trasparenza e resilienza. Il 55% delle aziende amplierà i piani di resilienza entro la fine di quest’anno, migliorando la redditività, l’innovazione e l’efficienza di oltre il 20% rispetto ai concorrenti.

    II secondo flusso è rappresentato dall’innovazione basata sui dati. IDC sostiene che le aziende più virtuose usino i dati per identificare nuove opportunità di business legate al digitale. Il 70% dei CEO europei sarà incentivato a generare almeno il 40% delle entrate dal digitale entro il 2025. Le aziende di successo adottano una visione coordinata riguardo ai dati e sfruttano le informazioni fornite dalla C-suite per identificare nuove opportunità.

    La condivisione dei dati richiede un investimento in una piattaforma cloud stabile e sicura, spiega IDC. Eppure, il 53% delle aziende è in ritardo per quanto riguarda la strategia di infrastruttura cloud, mentre il 45% non è in grado di collegare i sistemi legacy alle applicazioni cloud. I dirigenti devono investire nel cloud e creare un’azienda basata sui dati che estragga valore dalle informazioni.

    Infine, parliamo di ambiente di lavoro del futuro. Spinti dalla pandemia i dirigenti hanno iniziato ad adottare un modello ibrido in grado di consentire ai dipendenti di lavorare da qualsiasi luogo. Secondo IDC, la metà delle aziende europee ha già investito in soluzioni per la collaborazione in ambito lavorativo. Tuttavia, la ricerca indica che questo investimento è solo il primo passo verso la realizzazione dell’ambiente di lavoro del futuro.

    Il secondo passo – che il 30% delle aziende ha già raggiunto – è basato sull’aumento degli investimenti per la connettività sicura e la distribuzione delle applicazioni. Il terzo – raggiunto solo da un quarto delle imprese – comporta l’aumento della spesa per la formazione a distanza e le tecnologie cloud per potenziare i team, che sono impegnati a creare nuovi prodotti e a concentrarsi su compiti che portino valore aggiunto.

    Una cultura digitale che si diffonde attraverso l’economia del valore, l’innovazione basata sui dati e l’ambiente di lavoro del futuro permetterà alle aziende di raggiungere il livello di trasformazione digitale necessario per creare la resilienza aziendale necessaria all’impresa moderna per competere e affrontare le sfide future.

     

    CIO Nutanix Sammy Zoghlami
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