• BitMAT
  • BitMATv
  • Top Trade
  • Linea EDP
  • Itis Magazine
  • Industry 5.0
  • Sanità Digitale
  • ReStart in Green
  • Contattaci
Close Menu
LineaEDPLineaEDP
    Facebook X (Twitter) Vimeo Instagram LinkedIn RSS
    Trending
    • NIS2: obbligatorio un esperto per gestire gli incidenti
    • Rubrik Agent Cloud consente un’implementazione sicura dell’AI
    • Sanzioni del Garante: considerarle una bussola strategica è la chiave
    • Red Hat Developer Lightspeed arriva e porta nuovi assistenti virtuali
    • Le PMI europee non sanno proteggersi: è allarme cybersecurity
    • Palantir e Snowflake insieme per ottimizzare la gestione dei dati
    • CIO e CEO diventano partner. Un’evoluzione guidata dall’AI
    • Data Management nell’era del Quantum Computing: cosa cambierà?
    Facebook X (Twitter) Vimeo Instagram LinkedIn RSS
    LineaEDPLineaEDP
    • Cio
    • Cloud
    • Mercato
    • News
    • Tecnologia
    • Case History
    • Report
    • Sicurezza
    • IOT
    LineaEDPLineaEDP
    Sei qui:Home»Categorie Funzionali»Posizione Home-Page»Posizione Primo Piano»Axitea: in sicurezza si sottovaluta ancora il fattore H(uman)

    Axitea: in sicurezza si sottovaluta ancora il fattore H(uman)

    By Redazione LineaEDP13/12/20193 Mins Read
    Facebook Twitter LinkedIn Reddit Telegram WhatsApp Email

    Elisabetta Dessi, Cyber Sales Specialist di Axitea, spiega perché le aziende devono porre l’accento sulle persone quando si parla di cybersecurity

    Elisabetta Dessi, Axitea
    Elisabetta Dessi, Axitea

    Di Elisabetta Dessi,  Cyber Sales Specialist di Axitea

    Quando si presentano a un cliente le armi e le strategie per difendersi da attacchi e si spiega come comportarsi in caso di incidente, si parla sempre di soluzioni, servizi e tecnologie.

    Si dà spesso troppa poca importanza a quella che è attualmente la causa principale di incidenti di sicurezza: il fattore umano o, come viene chiamato in ambito cyber, il fattore H.

    Lo scenario

    Gli attaccanti usano sempre più il social engineering per rendere i loro attacchi il più possibile efficaci e abbastanza ingannevoli da indurre le persone a cadere nel tranello di aprire file, cliccare su link o condividere informazioni con altri utenti, creando una catena di problemi per le aziende e gli utenti.

    Secondo un recente studio del vendor di security Proofpoint, oltre il 99% delle minacce richiede un’interazione umana per agire – l’abilitazione di una macro, l’apertura di un file, di un link o di un documento – a indicare l’importanza del social engineering per consentire il successo di un attacco.

    Da un lato la ricerca di vulnerabilità tecnologiche è diventata sempre più complessa e costosa anche per i cybercriminali, mentre un utilizzo sempre più spinto dei social media, non sempre ottimale dal punto di vista della sicurezza, mette a disposizione di tutti informazioni anche personali che possono essere utilizzate per creare messaggi credibili che spingano i destinatari ad azioni imprudenti e non conformi alle policy aziendali.

    Ricordate la truffa del falso CEO? È una frode informatica che è stata portata a termine avendo trovato il contatto giusto, scrivendo una mail plausibile e credibile tramite una falsa identità dirigenziale, per indurlo a effettuare un bonifico bancario urgente. Questa frode esiste da tempo, ha creato danni a moltissime persone e continua a mietere vittime: è forse l’esempio più famoso di quanto il fattore H sia importante.

    Inviare e-mail fraudolente, rubare le credenziali e caricare allegati dannosi nelle applicazioni cloud è più facile e molto più redditizio che creare un exploit complesso e costoso, che ha anche un’alta probabilità di fallimento.

    Sono le persone a fare la differenza

    Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita tecnologica esponenziale, sia dal punto di vista delle opzioni e delle funzionalità che della sua effettiva diffusione, in ambienti domestici e lavorativi.

    Adesso si è però arrivati al punto in cui sono le persone a fare la differenza: se analizziamo la catena della sicurezza logica in un’azienda, il comportamento dei dipendenti è tra gli elementi più critici e va quindi “configurato” e “ottimizzato” come tutti gli altri elementi che la compongono.

    Non viene richiesto ovviamente di diventare degli psicologi esperti, ma il Social Engineering deve rientrare tra i mezzi utilizzati per la difesa degli asset aziendali, innanzitutto aumentando la consapevolezza delle persone e poi formandole in base a quanto rilevato tramite un assessment attento e puntuale sia sulla parte tecnologica che su quella umana.

    È fondamentale quindi rivolgersi ad aziende che propongano un approccio consulenziale e che sappiano offrire un’analisi approfondita per consigliare, non solo le migliori tecnologie, ma anche le migliori strategie da adottare per mettere al sicuro i propri asset e le persone che lavorano per e con la propria azienda.

    Axitea cybersecurity educazione Elisabetta Dessi fattore umano social engineering
    Share. Facebook Twitter LinkedIn Reddit Telegram WhatsApp Email
    Redazione LineaEDP
    • Facebook
    • X (Twitter)

    LineaEDP è parte di BitMAT Edizioni, una casa editrice che ha sede a Milano con copertura a 360° per quanto riguarda la comunicazione rivolta agli specialisti dell'lnformation & Communication Technology.

    Correlati

    NIS2: obbligatorio un esperto per gestire gli incidenti

    25/10/2025

    Le PMI europee non sanno proteggersi: è allarme cybersecurity

    24/10/2025

    Cybersecurity: è tempo di revisionare le strategie di difesa

    23/10/2025
    Newsletter

    Iscriviti alla Newsletter per ricevere gli aggiornamenti dai portali di BitMAT Edizioni.

    Security Words

    INFRASTRUTTURA APPLICATIVA: PROTEGGIAMOLA

    29/01/2024

    PASSWORD E STRATEGIA

    29/01/2024
    BitMATv – I video di BitMAT
    Modula: l’automazione che rivoluziona la logistica industriale
    La cybersecurity spinge il business
    L’AI è vietata in azienda?
    Il cloud introduce ulteriore complessità nella cybersecurity: focus sulle identità
    Synology CC400W: abbiamo testato la telecamera di sicurezza con AI integrata e connettività Wi-Fi
    Defence Tech

    NIS2: obbligatorio un esperto per gestire gli incidenti

    25/10/2025

    Le PMI europee non sanno proteggersi: è allarme cybersecurity

    24/10/2025

    Cybersecurity: è tempo di revisionare le strategie di difesa

    23/10/2025

    Infrastrutture critiche: è tempo di prepararsi alle nuove sfide per la sicurezza

    22/10/2025
    Report

    Il settore tecnologico è davvero inclusivo?

    23/10/2025

    Digital Defense Report 2025: attacchi ed attaccanti si evolvono

    20/10/2025

    Il Rapporto OAD 2025 di AIPSI è online

    20/10/2025

    Wolters Kluwer anticipa il futuro della professione contabile e fiscale

    17/10/2025
    Rete BitMAT
    • Bitmat
    • BitMATv
    • Top Trade
    • LineaEdp
    • ItisMagazine
    • Speciale Sicurezza
    • Industry 4.0
    • Sanità Digitale
    • Redazione
    • Contattaci
    NAVIGAZIONE
    • Cio
    • Cloud
    • Mercato
    • News
    • Tecnologia
    • Case History
    • Report
    • Sicurezza
    • IOT
    Chi Siamo
    Chi Siamo

    BitMAT Edizioni è una casa editrice che ha sede a Milano con una copertura a 360° per quanto riguarda la comunicazione online ed offline rivolta agli specialisti dell'lnformation & Communication Technology.

    Facebook X (Twitter) Instagram Vimeo LinkedIn RSS
    • Contattaci
    • Cookies Policy
    • Privacy Policy
    • Redazione
    © 2012 - 2025 BitMAT Edizioni - P.Iva 09091900960 - tutti i diritti riservati - Iscrizione al tribunale di Milano n° 293 del 28-11-2018 - Testata giornalistica iscritta al ROC

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.